Così come fecero i dieci giovani fiorentini narrati da Giovanni Boccaccio nel suo Decamerone, che resistettero all’assedio della peste raccontandosi le novelle del loro tempo, ogni notte a mezzanotte si raccolgono intorno al “focolare” del web migliaia di persone di ogni parte del mondo per il Decamerone Veneziano. Una comunità che si incontra ai tempi del contagio, per ascoltare le storie narrate dallo scrittore veneziano Alberto Toso Fei in diretta su Facebook alla pagina “Venezia in 1 minuto”. Leggende lagunari, storie di fantasmi, aneddoti storici legati a Venezia, storie popolari su cui aleggia ancora un velo di mistero, capaci di suggestionare la fantasia e far dimenticare per un attimo le cronache.
Quindici minuti di narrazione pura, senza musiche o altri effetti, attorno a un pubblico virtuale ma di persone vere, pronte ad ascoltare la storia della “ragazza che non venne mai sepolta” che – scomparsa in laguna – ancora oggi si mostra ai naviganti, o la vicenda dello “scheletro del campanaro” che caracollando percorre ancora nottetempo le calli veneziane, l’intramontabile leggenda d’amore tra il paladino Tancredi e la nobile Vulcana legata al “Bocolo” ovvero il bocciolo di rosa che ogni veneziano regala all’amata il 25 aprile giorno di San Marco, o quella agrodolce della “peste dei bambini” che nel ‘500 falcidiò gli abitanti del Ghetto finché un rabbino coraggioso non trovò una soluzione, aiutato dal profeta Elia.
“In questo momento, in cui siamo confinati tra le mura domestiche, abbiamo questa finestra virtuale straordinaria che ci mette incredibilmente in contatto e ci fa sentire vicini attraverso le storie e la loro narrazione – dichiara Alberto Toso Fei – È il ritorno alla parola, lo strumento di comunicazione più antico che esista, che amplificato dalla tecnologia, riprende prepotentemente possesso del suo ruolo centrale”.
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