“Non tutte le nuvole offuscano il cielo, talvolta lo illuminano”. Il presidente di Eur Spa Roberto Diacetti cita una frase di Elsa Morante per presentare La Nuvola, il maestoso e suggestivo Centro Congressi di Roma, firmato dall’architetto Massimiliano Fuxas, giunto finalmente al capolinea dopo quasi un travagliato ventennio. “La Nuvola oggi ha i piedi per terra”, conferma l’ amministratore delegato Enrico Pazzali definendola un’eccellenza del made in Italy, una bellezza tutta italiana che proietterà la Capitale nel mondo congressuale mondiale, che quando andrà a regime tra cinque anni potrà portare grande valore alla nostra economia.
A far da cornice alla cerimonia di inaugurazione, sabato 29 ottobre dalle 18,30 in diretta su Rai1, lo spettacolo Tra Roma e il cielo, ideato da Giampiero Solari e condotto dall’attore Cesare Bocci, con le coreografie di Daniel Ezralow, le canzoni di Michael Bublè, le danze di Desmond Richardson, le note del violoncellista Mario Brunello.
Guardando dall’esterno si vede solo una gigantesca “scatola” squadrata di cristallo. Entrando però si resta stupiti da come diciottomila tonnellate di acciaio (l’equivalente di quattro Torri Eiffel) fuse col vetro si siano trasformate in una vera e propria opera d’arte moderna, bellissima, che dista appena sette fermate di metropolitana dal Colosseo. Un luogo di aggregazione che sarà aperto anche a eventi culturali.
353 milioni di euro è costata questa Teca alta 40 metri con vista a 360° sul quartiere E.U.R. nato espressamente per ospitare l’Expo del ’42, “saltato” per via della guerra. Un contenitore a scatole cinesi unico al mondo con un’area polivalente di 6mila metri quadri, in grado di ospitare fino a 300mila convegnisti all’anno, con sale congressuali da oltre 6 mila posti, uffici, sale regia, cabine di traduzione simultanea, 800 posti auto, quindici ascensori (8 panoramici), un hotel superlusso con più di 400 stanze.
Due scale mobili portano dal mezzanino direttamente nella “pancia” della nuvola sospesa. E qui si resta letteralmente a bocca aperta per la plasticità dei tralicci che sostengono i 14mila metri quadrati di telo in fibra di vetro microforato che avvolgono lo scafo come tante onde, dando vita a una sorta di danza architettonica stupefacente. Lì dentro si apre la spettacolare sala curva dell’Auditorium, cuore scenografico del progetto, rivestita in ciliegio americano, dall’acustica perfetta, con 1762 posti tra platea e galleria.