A quasi quarant’anni dalla versione di Luigi Comencini con Claudia Cardinale, torna in tv una miniserie tratta dal capolavoro di Elsa Morante La Storia, in onda da lunedì 8 gennaio per quattro serate su Rai1 prodotta da Picomedia con Rai Fiction. A dirigerla stavolta c’è Francesca Archibugi che l’ha sceneggiata con Giulia Calenda, Ilaria Macchia e Francesco Piccolo e ha scelto per il delicato ruolo della protagonista Jasmine Trinca. Al suo fianco ci sono Valerio Mastandrea, Elio Germano, Asia Argento, Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga.
Un cast di tutto rispetto ma, come spesso accade quando si adatta un grande romanzo per i media, il confronto con ciò che offre lo schermo è perdente. Anche se questa coproduzione è costata due anni di scrittura, sei mesi di riprese e 17 milioni di euro, non c’è l’intensità messa nero su bianco dall’autore che nel 1974, quando uscì il corposo romanzo popolare, vendette subito un milione di copie, rastrellando però una valanga di aspre critiche ideologiche, soprattutto da parte di intellettuali del calibro di Pasolini, che non fecero però breccia nell’animo provocatore della Morante.
La storia comincia alla vigilia della seconda guerra mondiale. Ida Ramundo, maestra elementare rimasta vedova con un figlio adolescente decide di tenere nascoste le proprie origini ebraiche per paura della deportazione. Un giorno viene violentata da un soldato tedesco ubriaco e scopre di essere incinta. Mentre il figlio Nino trascorre l’estate al campeggio degli Avanguardisti, Ida partorisce in segreto un bambino prematuro con gli stessi occhioni azzurri del padre. Nino torna a casa, scopre il fratellino, lo accetta di slancio e se ne innamora. Lo soprannominerà Useppe.
“E’ un omaggio alla Morante, raccontiamo la storia dal punto di vista femminile, l’epica degli ultimi che lei guardava con amore, parlando della collettività, di come la guerra la fanno sempre i ricchi”spiega Trinca, presentando la miniserie in Rai con il cast.“Ci riporta all’attualità, alla retorica di chi vuole farci passare la guerra per giusta nascondendo i privilegi di alcuni, la sopraffazione, la propaganda continua, ma dovremmo farcene una idea secondo il nostro punto di vista” sottolinea Germano.
La regista dice di non aver voluto vedere il telefilm di Comencini: “Già il confronto con il libro era schiacciante – ammette -, siamo ripartiti da lì, senza attori stranieri per non togliere verità ai personaggi”.Comunque, per un Paese smemorato come il nostro, ripassare quel terribile capitolo di storia, può solo far bene, soprattutto ai giovani che di storia recente sono piuttosto digiuni, sperando che li porti a qualche sana riflessione.