I fratelli Vanzina presentano la loro commedia pasquale
Un’altra storia di famiglie borghesi, di figli bamboccioni e straviziati, di amori, di corna e, soprattutto, di imbrogli all’italiana, stavolta controllati e svelati dalle intercettazioni telefoniche tanto di attualità. Ad essere spiati notte e giorno a casa e sul lavoro sono tutti i protagonisti della nuova commedia dei fratelli Vanzina La Vita è una cosa meravigliosa che Medusa spalmerà dal 2 aprile in più di 400 sale. Guai a parlare con gli autori di “cine-colomba pasquale” anche se una commediola così, che promette risate sui soliti vizi nostrani, come avviene durante le vacanze natalizie, trascina famiglie intere al cinema facendo inevitabilmente lievitare gli incassi.
Il cast stellare è pure di sicuro richiamo, e non deludono infatti gli eccellenti protagonisti: da Gigi Proietti (primario ricco e affermato, marito della solare Nancy Brilli, che non esita a “inciuciare” coi colleghi per far passare l’esame al figlio bamboccione), a Vincenzo Salemme (rampante presidente di Banca ammanicato coi soliti politici maneggioni che lo faranno finire in galera) a Enrico Brignano (poliziotto semplicione addetto alle intercettazioni grazie alle quali scoprirà che l’amata fa la escort ma poi troverà l’anima gemella). Ottima prova pur se in ruoli minori di Luisa Ranieri, Maurizio Mattioli, Rodolfo Laganà.
«Vorrei che si dicesse che è un film onesto, semplice, recitato in maniera sublime – sottolinea Carlo Vanzina che dirige il film scritto col fratello Enrico -. Siamo tra i pochi che sanno ancora parlare degli italiani». Come non ricordare i loro deliziosi quadretti familiari del Pranzo della domenica, eppure stavolta le storie sono zeppe di retorica, luoghi comuni, morale buonista, scontati happy end. Ma chi crede ancora che l’onestà possa vincere su tutto? «Il film parla degli italiani che hanno accumulato una serie di difetti e prendono tutti delle scorciatoie – spiega Enrico Vanzina -. Il cinema ci fa riflettere, la vita spesso non è così ma potrebbe anche esserlo».
Sulla ripetitività di certe gag comiche è d’accordo: «Si fa ridere sempre nello stesso modo, è un classico, i temi sono vecchi ma funzionano sempre per un cinema italiano sincero e preciso». «Ci piaceva fare un film sull’oggi – aggiunge Carlo -, attraverso le intercettazioni si può raccontare un momento del nostro paese». «La tecnologia crea la sindrome degli intercettatori – dice Enrico -, ci prepara un futuro triste. Ma senza, per un certo tipo di reati, non si andrebbe da nessuna parte, comunque non andrebbero pubblicate». «Tutti ne siamo condizionati – gli fa eco Brignano – caschiamo nel tranello, è un momento angosciante».
I Vanzina non credono di essere stati troppo indulgenti con gli italiani: «Verso i personaggi negativi come quelli rappresentati da Sordi o da Gassman ne Il sorpasso c’è un certo affetto perché siamo noi, sono la forza della commedia che li racconta. Come diceva De Crescenzo, nella vita si comincia col voler cambiare il mondo e si finisce per cambiare i canali della televisione». «È un film non un saggio sulle categorie – lo difende Proietti -, è una commedia sugli stati d’animo, che descrive ambienti non felici, magari col lieto fine, ma è pur sempre una commedia». «Tre personaggi che sfiorano la cattiveria e poi si redimono, in un momento così brutto cerchiamo il lieto fine almeno nel cinema – sottolinea Carlo -. È questa la nostra piccola rivoluzione».