Canale5 festeggia l’8 dicembre all’insegna delle grandi passioni. In prima serata va in onda Sacrificio d’amore, epico romanzo popolare all’italiana in 21 puntate, prodotto da Endemol per RTI, ambientato nel 1913, alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, tra le maestose cave di marmo di Carrara, con a far da contrappunto la suggestiva colonna sonora di Massimiliano Pani interpretata da “mamma” Mina. Un megacast con oltre trenta attori protagonisti, diretti da ben sei registi che in soli sei mesi hanno sfornato questa prima serie (si sta già scrivendo la seconda) girata tra le Apuane, per le scene belliche nelle ex trincee dell’altopiano di Asiago, con gli interni ricostruiti negli immensi studi di Telecittà alle porte di Torino.
Un’intricata vicenda a forti tinte melò, con amori che sbocciano improvvisi, si intrecciano, esplodono, tra lotte sociali, tradimenti, segreti inconfessabili, vendette. Al centro il classico triangolo amoroso tra il bello ma povero minatore Brando (Francesco Arca), la bella ex proletaria Silvia (Francesca Valtorta) maritata col ricco imprenditore minerario Corrado (Giorgio Lupano)che per vendicarsi del tradimento darà sfogo ai più infimi sentimenti. Ad addolcire il clima l’amore puro tra il giovane precettore idealista Tommaso (Rocco Giusti) e la domestica di casa (Desirèe Noferini), messi a dura prova dall’avida governante della villa e morbosa zia di Tommaso (Sara D’Amario). A muovere tutte le pedine l’immancabile arrogante patriarca Leopoldo (Paolo Malco) che sfoga l’astio sul debole primogenito Alberto (Ruben Rigillo) e la perfida e amorale suor Agnese (Antonella Fattori) direttrice del sanatorio, custode di segreti inconfessabili sulle potenti famiglie locali.
Ognuno di loro sarà pronto a sacrificarsi per amore, per difendere i propri ideali, per conquistare o mantenere il potere, contro le ingiustizie di classe, fino a quando non irromperà la guerra a capovolgere i loro destini.
“Il tema centrale è il sacrificio, la legge del dovere contrapposta al desiderio, un un tema poco trattato, tutti i personaggi fanno i conti con le conseguenze, nel bene e nel male , in un periodo in cui i ceti sociali erano divisi da rigide barriere – spiega il direttore artistico Daniele Carnacina, che ha sviluppato soggetti e scrittura con una decina di sceneggiatori -. Mina ha letto alcune parti della sceneggiatura, visto alcune delle scene girate e ha deciso di interpretare a titolo assolutamente gratuito, la colonna sonora scritta dal figlio”.
Sei mesi di duro lavoro che hanno lascito il segno sugli interpreti. “E’ stato un percorso che mi ha coinvolto a livello umano e lavorativo – racconta Arca -, trainare i blocchi di marmo a mano con le slitte è stato terribile, mi hanno affiancato dei veri cavatori. La storia parla anche d’amore per la patria, il mio personaggio è un combattente che pensa poco a se stesso e prende tutto di petto”. “Sono entrata in simbiosi con Silvia, è una femminista ante litteram, coraggiosa – dice Valtorta -, con Brando rivivrà le sue umili origini”. “E’ stato durissimo indossare il costume rigido della suora – ricorda Fattori, malgrado già avvezza ai costumi d’epoca dai tempi di Elisa di Rivombrosa-, era come infilarsi in uno scafandro, ma mi ha aiutato a entrare nella parte”.