La vita straordinaria di David Copperfield, rilettura del celebre romanzo dickensiano attraverso lo stile narrativo ironico tipico del regista Armando Iannucci (Morto Stalin se ne fa un altro, In the loop ), arriva al cinema dal 16 ottobre distribuito da Lucky Red. Nei panni di David Copperfield troviamo l’attore candidato all’Oscar Dev Patel (The Millionaire, Lion – La strada verso casa)ffiancato da Tilda Swinton, Hugh Laurie (Dr. House),Ben Whishaw (Profumo – Storia di un assassino, 007 Spectre e Skyfall).
il regista attraversa l’Inghilterra del XIX secolo seguendo con vitalità e umorismo il destino altalenante del suo eroe, un ragazzo inizialmente sfortunato che si ritroverà alle prese con le più svariate avventure. Una vicenda sull’imprevedibile, impetuoso scorrere della vita, tra gli slums londinesi e la campagna britannica, raccontata in un romanzo appassionante e riportata ora in questo film divertente e appassionante. “Percepivo profondamente lo spirito contemporaneo del racconto – spiega Iannucci -, tutti gli adattamenti che avevo visto erano molto seriosi e incentrati sull’aspetto drammatico della storia. Se è vero che la trama è molto densa e i risvolti drammatici sono numerosi, questi per me erano i tratti meno interessanti del racconto, che è ricco di scene spassosee di momenti che rasentano la slapstick comedy. È un testo molto realistico e tuttavia surreale”.
Iannucci si è rivolto al suo collaboratore e co-sceneggiatore abituale, Simon Blackwell. “La modernità di David Copperfield è sempre andata persa sullo schermo nell’istante in cui i personaggi hanno indossato i cappelli – commenta -. È uno dei romanzi più divertenti che io abbia mai letto. È anche molto lungo, più di 600 pagine, dunque quando ti accingi a condensarlo per trasporlo in un film o in una serie televisiva, la tendenza è quella di lasciare fuori le scene comiche perché non costituiscono l’ossatura della narrazione. Ma è francamente spassoso. Non pensi mai ‘Oh, capisco perché sarebbe stato divertente nel 1850’. È divertente a prescindere.”
Nelle nove settimane di riprese la sfida più difficile è stata trovare la chiave per ricreare l’era vittoriana in tre contesti completamente diversi: le scene ambientate a Londra dovevano dare il senso di una città “affaccendata e sporca”, mentre Dover doveva avere un’atmosfera più “costiera” e Canterbury doveva essere “piuttosto signorile”.