La Hollywood degli anni ’50 ricordata e celebrata in salsa agrodolce nella dissacrante e divertente commedia Ave, Cesare! prodotta e diretta da Joel e Ethan Coen, nelle nostre sale dal 10 marzo con Universal. Un omaggio all’età d’oro dell’industria dei sogni americana, di cui il film svela, in chiave decisamente comica, l’ipocrisia del sistema degli studios e i discutibili meccanismi che ruotavano intorno agli affari cinematografici in quegli anni di grande successo, sotto la pressione degli importanti cambiamenti politici e sociali del dopoguerra, con la dilagante paura dei Comunisti e della Guerra Fredda.
A ricreare la polvere di stelle del mondo del cinema di allora i maggiori talenti dei nostri giorni, a partire dal personaggio centrale di Eddie Mannix, l’impegnato fixer interpretato da Josh Brolin affiancato dagli ironici George Clooney, Alden Ehrenreich, Ralph Fiennes, Scarlett Johansson, Channing Tatum, Tilda Swinton, Frances McDormand.
La commedia è ambientata agli inizi degli anni ’50, un periodo critico per l’industria della celluloide che cominciava a mostrare le prime crepe. Protagonista è l’ingegnoso risolvi-problemi Mannix, responsabile di produzione di Capitol Studio, che deve fare i conti con i problemi personali di star turbolente come la sirenetta acquatica DeeAnna Moran (Johansson, vagamente ispirata a Esther Williams), trovare una spiegazione plausibile ai comportamenti sospetti della superstar Burt Gurney (Channing Tatum, che si cimenta abilemente nel primo numero di tip tap della sua carriera), rendere credibile agli occhi del pignolo regista Laurentz (Fiennes) l’ attore cow boy incapace (Ehrenreich) imposto dallo Studio.
Ma la grana più grossa gli arriva quando uno degli attori più inconsistenti ma più amati al botteghino, l’incorreggibile donnaiolo sempre in vena di gozzoviglie Baird Whitlock (George Clooney), proprio durante le riprese del peplum, Ave, Cesare! – Hail, Caesar! viene rapito da una banda di sceneggiatori comunisti che, stufi di scrivere successi senza “mai vedere un dollaro”, si mettono d’accordo (nientemeno che) con Herbert Marcuse per distruggere da dentro il capitalismo, chiedendo per finanziarsi un riscatto di 100.000 dollari. Mannix deve evitare ogni possibile fuga di notizie, soprattutto sulle colonne di gossip delle due agguerrite gemelle Thora e Thessaly Thacker (Tilda Swinton) sempre a caccia di scandali.
Un modo dei Cohen per sottolineare il cambiamento di costumi, oggi che gli scandali delle star si creano ad arte. Una feroce, ironica e assai divertente critica allo star system, con lo sguardo pieno di affetto dei due registi per quel cinema del passato che non esiste più, ma senza troppa nostalgia.