Era dai tempi di Chi ha incastrato Roger Rabbit? (1988) di Robert Zemeckis che non si assisteva a un così perfetto spettacolo che unisse insieme cartoni animati e live action. Ci è voluto Joe Dante per realizzare un progetto sulla carta assai rischioso, in cui i famosi personaggi dei cartoni Warner (Bugs Bunny, Duffy Duck, Titti e Silvestro etc.) ritrovano la carica di simpatia e originalità che li aveva distinti già in molti cortometraggi animati e li aveva resi per questo unici e inimitabili. Partendo da un’idea per una volta davvero funzionale alla storia (quella per cui i nostri eroi appaiono come vere e proprie star hollywoodiane, con tutti i vizi e i capricci del caso), Joe Dante immerge lo spettatore in un racconto fantastico e insieme sorprendente, ricco di sequenze stravaganti, piene di citazioni cinefile e non: indimenticabile per risultati e divertimento è la scena in cui Bugs Bunny e Duffy Duck si inseguono al Louvre entrando e uscendo dai quadri di pittori famosi o la sequenza che riprende letteralmente quella della doccia di Psyco, ma in chiave comica.
Sono solo alcuni esempi di come il regista ha saputo rendere omaggio al mondo dei “Looney Tunes”, senza tralasciare il suo amore per il cinema e per la costruzione di un testo cinematografico. Oltre la sapiente regia di Dante, mai eccessiva o al contrario inesistente, il film si fa apprezzare per una fotografia smagliante e colorata, molto vicina al mondo dei fumetti, e per una colonna sonora travolgente e in linea con lo spirito dissacratorio che caratterizza la storia. Ottima pure la scelta dei due attori protagonisti: Brendan Fraser, col suo faccione infantile e ridicolo, ben si adatta al personaggio dell’imbranato pasticcione, mentre Jenna Elfman, apprezzatissima star del Dharma e Greg televisivo, conferma qui le sue spiccate doti comiche. A completare il cast uno Steve Martin mai così ironico e esagerato, e i bravi Joan Cusack e Timothy Dalton. Looney Tunes: Back in Action si presenta, dunque, come un film di sicura presa sul pubblico, capace di fornire un divertimento finalmente intelligente e senza pretese, un’opera in cui la tecnica e gli effetti speciali non invadono la scena, nonostante abbiano raggiunto oramai la perfezione assoluta, soprattutto nell’amalgamare l’azione di personaggi immaginari con quella di attori in carne e ossa in un contesto realistico. Da non perdere.
di Simone Carletti