Per raccontare l’adolescenza, temi universali come gelosia, amore, tradimento, perché non affidarsi al più grande drammaturgo di tutti i tempi? Lo ha fatto RaiPlay che si rivolge ancora ai giovani, avvicinandoli stavolta a un classico della letteratura mondiale. Dal 14 aprile proporrà in esclusiva Shake, il teen drama ispirato all’ Otello di Shakespeare, prodotto da Rai Fiction con Lucky Red. A trasformare il seicentesco Moro di Venezia in un moderno liceale romano è Jason Prempeh, affiancato da Giulia Fazzini, Giada Di Palma, Alessandro Cannavà, Greta Esposito, Damiano Gavino, diretti dalla giovanissima Giulia Gandini. Personaggi iconici come Otello, Desdemona, Iago sono i sedicenni di un liceo romano dei giorni nostri, con l’identità che cambia e la perdita dell’innocenza che segna la fine dell’adolescenza, raccontati in una storia di scoperta, formazione e crescita.
Il protagonista, quindi, non è più il valoroso condottiero dell’esercito veneziano narrato da Shakespeare, ma Thomas, il leader imperturbabile di una crew di parkour. Accanto il simpatico Michele (Cassio) e l’arguta Gaia (Iago). Un equilibrio solido, almeno fino a quando non appare Beatrice (Desdemona), la più bella ragazza del liceo, di cui sia Thomas che Gaia si invaghiscono. Mentre tra Beatrice e Thomas nasce una profonda storia d’amore, Gaia, invidiosa nei confronti del suo amico, ordirà un meticoloso piano, atto a separare i due innamorati. Una macchinazione che porterà Thomas, roso dalla gelosia, a distruggere l’amore per Beatrice e l’amicizia con Michele. In un finale senza vincitori né vinti i ragazzi indagheranno sulle loro fragilità, nell’ineluttabile processo di crescita.
Lo sguardo in Shake è quello dei giovani protagonisti e si esprime con un tono leggero, realista. La maggior parte della musica è elettronica soft della composer Ginevra Nervi con tracce musicali di artisti moderni come Fred Again, Ditonellapiaga e Cmqmartina che ha firmato la canzone originale della serie, Il silenzio. I piani sequenza si rifanno senza dubbio al linguaggio teatrale. È una fiaba con un finale dolceamaro. Perché in fondo l’adolescenza è la fine della fiaba che è l’infanzia e il passaggio necessario all’età adulta.