Quarant’anni di creatività libera e intensa raccontata attraverso le opere che hanno accompagnato quattro decenni di una carriera musicale di successo. Rio Ari O è la mostra con cui Luca Carboni celebrerà la sua intensa attività. Curata dal critico d’arte contemporanea Luca Beatrice l’esposizione, ideata e prodotta da Elastica in collaborazione con il Settore Musei Civici Bologna | Museo internazionale e biblioteca della musica, celebra la sinergia tra musica e arte visiva, mostrando un percorso creativo inedito e parallelo, ma spesso intrecciato a quello musicale, dato che molti album di Carboni si sono accompagnati ad una produzione fatta di disegni, schizzi e dipinti che raccontano il processo creativo dietro ogni brano, concerto o tour.
Dal 22 novembre al Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, fino al 9 febbraio 2025, in quattro stanze più una wunderkammer di ingresso, Bologna città Unesco della musica, festeggia così uno dei suoi artisti più rappresentativi e poliedrici rispetto ai linguaggi con cui ha espresso la propria poetica.
In quarant’anni di carriera Carboni ha pubblicato dodici album in studio, un live e diverse raccolte, spiega il curatore della mostra. Ma nel frattempo ha disegnato, dipinto, realizzato opere installative, raccolto immagini, perché nel suo percorso arte e musica sono andate insieme, l’una ispirava l’altra, l’una aiutava l’altra. Luca ha utilizzato disegni per copertine di album, immagini per proiezioni in alcuni tour e una raccolta di schizzi nel libro Autoritratto del 2004. Una parte che, come le canzoni, ha dentro, in modo profondo, la sua città, Bologna, le piazze, le strade, le chiese, figure femminili ispirate alle forme e alle linee dei portici.Sono oltre una cinquantina le opere pittoriche esposte, tutte realizzate a partire dalla metà degli anni ‘80.
«Nella pittura – spiega Carboni -, mi ispirano le donne, i colori piatti delle bandiere, i cartelli stradali, i portici e le chiese. Nella produzione di solito mi piace mescolare la tempera, i colori acrilici, le bombolette spray per la pittura di strada, il tutto applicato sempre su diversi tipi di supporto, a volte la tela classica ma anche legni di recupero, compensati vari e altri materiali come il ferro, il cartone, la carta da pacchi e da regalo».
Esposti oggetti, copertine di dischi, testi inediti, appunti, memorie che partono proprio dal quel 1984 che ha segnato la data di inizio della sua carriera. Una sorta di dietro le quinte dove i block notes, gli appunti, i disegni e i quadri sono stati un percorso parallelo ma non disgiunto con i successi musicali. “La pittura – prosegue l’artista – ha accompagnato tutti questi miei anni di musica come un diario di immagini e visioni: personale, intimo, privato, mai messo in mostra, fatta eccezione qualche disegno finito sulla copertina di dischi”. Non mancherà un sound design che include canzoni, inediti, audio rubati in studio, il tutto accompagnato da immagini e video clip, in un allestimento dall’atmosfera pop.
Infine, il centralissimo Portico del Pavaglione, in via dell’Archiginnasio, accoglierà dall’8 gennaio 2025 gli autoritratti di Carboni stampati su larga scala e appesi alle chiavi di ferro degli archi del portico. La mostra sarà completata da un programma di incontri pubblici che vedranno per protagonisti, oltre allo stesso Carboni, altri artisti che sono stati suoi compagni di viaggio.