Il dilaniante isolamento sociale che attanaglia le tante squallide periferie metropolitane, galere spesso a vita di esseri senza opportunità di redenzione, abbandonati da dio e, soprattutto, dalle istituzioni. Ne fa un ritratto preciso e doloroso il regista siciliano Giovanni Virgilio nel film Malarazza, nelle sale dal 9 novembre con Mariposa. Perfetti nei ruoli di protagonisti Stella Egitto, David Coco, Paolo Briguglia, Cosimo Coltraro e il giovanissimo Antonino Frasca Spada.
Virgilio l’ha ambientato nelle periferie catanesi di Librino e San Berillo, dove muove la macchina da presa con fermezza e compassione, senza retorica, tra le squallide vite a perdere di un piccolo boss malavitoso frustrato, violento con moglie e figlio, e con se stesso. Per contorno un nugolo di ragazzini che si costruiscono un futuro obbligato, tra rapine e spaccio, apparentemente appagati ma infondo rassegnati all’ impossibilità di una vita migliore. Tenta di ribellarsi a questo sistema di potere mafioso una giovane madre col fratello transessuale che vive prostituendosi e la sprona a prendere il largo, a cambiare vita. Ma per queste tragiche esistenze non sembra essere possibile un riscatto sociale. A scandire giorni e notti di questa umanità disperata la coinvolgente colonna sonora rap-neomelodica di Giuliano Fondacaro.
Un ottimo film di denuncia, senza sbavature, senza effetti speciali, dove i criminali non diventano eroi, dove la violenza trasuda dalla quotidianità e fa più presa nello spettatore che un action movie. Il tutto sottolineato dall’assordante silenzio di chi dovrebbe (speranza vana) difendere e ripristinare la legalità.
Con questa sua opera seconda il regista vuol far riflettere sullo stato di degrado in cui sono lasciate le periferie, che fa lievitare ingiustizie e microcriminalità, sulla crisi della legalità nelle aree più marginali che domandano bellezza, giustizia e sicurezza per garantire un futuro e una speranza ai cittadini.