Un mondo più tollerante, che rispetti, accetti, ami le diversità. Se lo augurano Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer, la perfida strega matrigna e la cattiva regina Ingrid, acerrime nemiche nel film della Disney Maleficent: Signora del Male nelle sale dal 17 ottobre. Le due star, presentando la pellicola alla stampa romana, ne hanno sviscerato i tanti complessi temi, come il potere, la maternità, la cura del pianeta, la forza femminile e gli importanti messaggi lanciati da questa affascinante fiaba. Li hanno poi discussi con un nutrito gruppo di giovani intervenuti alla masterclass organizzata da Alice nella Città come preapertura della Festa del Cinema di Roma.
I messaggi contenuti nel film diretto da Joachim Rinning, che arriva cinque anni dopo il primo Maleficent, sono estremamente importanti soprattutto per le nuove generazioni, sempre più connesse, con maggiori spazi per far sentire le loro voci. La diversità, sottolineano le due attrici, è una forza e dobbiamo accettarla visto che il pianeta è uno solo e dobbiamo starci tutti. “La gente è incurante dell’ambiente, della natura per egoismo, crudeltà, avidità, non rispetta gli altri popoli – sottolinea Angelina -. Lo sviluppo non è un male, il cambiamento dà forza, ma dove ci ha portati? Ci vuole la crescita, ma responsabile”. Si dice infastidita e addolorata per il risorgimento dell’odio, delle divisioni: “Non si può fermare la marea di popoli migranti, bisogna vincere la paura delle diversità, amarle, si può imparare tanto”. “Favole come questa parlano dei tempi d’oggi, del bene e del male ad ampio raggio – aggiunge Michelle – i social media espongono maggiormente i ragazzini al fascino del cattivo, i genitori devono stare molto attenti”.
Entrambe sono madri e credono profondamente nel valore della famiglia, non necessariamente con un legame di sangue. “Colpisce e fa male sentirsi dire se un figlio è veramente tuo” confida Michelle. “Maleficent diventa madre in un modo strano, perde la sua perfida sicurezza ma si salva la vita – aggiunge Angelina -. Io da giovane non credevo sarei stata una mamma giusta, ora mi reputo fortunata per tutti i figli che ho (sei, di cui tre adottati), ho imparato tanto da ciascuno di loro”.