Mediaset esce dalla crisi e torna a investire in miniserie che mostrano la parte bella dell’Italia. Cambia dunque l’offerta di fiction, orientata a raccontare importanti pezzi di storia del nostro paese. Il primo appuntamento è con Liberi Sognatori. Le idee non si spezzano mai, quattro film prodotti da Taoduefilm di Pietro Valsecchi, in onda la prossima primavera su Canale5. Quattro storie di impegno civile, per non dimenticare Libero Grassi, Renata Fonte, Mario Francese ed Emanuela Loi, vissuti tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’90. Un periodo denso di cambiamenti e trasformazioni sociali, ma anche di violenze e oscure trame, in cui quattro persone che hanno compiuto fino in fondo il proprio dovere di cittadini, di uomini dello stato, di giornalisti, hanno dato un esempio indelebile, combattendo per rendere l’Italia un paese migliore e pagando con la vita i loro ideali di verità e giustizia, simboli di un’Italia che resiste e che non si arrende alla sopraffazione e alla corruzione. Persone caratterizzate da un’altissima umanità e senso del dovere, a cui la televisione intende restituire voce e dignità, dopo anni di ingiusto isolamento istituzionale e oblio mediatico. Gli autori Graziano Diana, Claudio Fava e Monica Zapelli stanno scrivendo le sceneggiature mettendo insieme i ricordi dei familiari, le riprese inizieranno a novembre. Giorgio Tirabassi, diretto da Graziano Diana, sarà Libero Grassi, l’imprenditore palermitano ribellatosi al “pizzo” e ammazzato dalla mafia nel 1991. Marco Bocci, diretto da Michele Alhaique, sarà il giornalista del Giornale di Sicilia Mario Francese, ammazzato nel 1979 perché scomodo autore di lucide inchieste contro i saccheggi di Cosa Nostra capitanata da Salvatore Riina. Giulia Michelini, diretta da Renato De Maria, si calerà nei panni di Renata Fonte, moglie, madre, insegnante, assessore nel comune salentino di Nardò, l’unica amministratrice donna italiana che abbia pagato con la vita il suo impegno civile, uccisa nel 1984 a soli 33 anni per la sua battaglia contro la speculazione edilizia, grazia alla quale l’ area dello splendido Parco Selvaggio si è salvata dal cemento. “Un popolo che paga il pizzo è senza dignità. Il silenzio avvelena l’anima”. Ricorda le frasi del padre Alice Grassi che dopo un quarto di secolo ha incontrato gli ex dipendenti dell’imprenditore, ancora impegnati a diffondere la sua forza civile come i tanti giovani antipizzo cui la moglie di Grassi, da poco scomparsa, indicò la strada della resistenza. “Mio padre ha cominciato ad avere giustizia dopo oltre vent’anni – sottolinea Giulio Francese -. Ha raccontato a muso duro la mafia quando stava cambiando pelle e tutti tacevano. Oggi è un punto di riferimento forte per i giovani di quel giornalismo d’inchiesta che purtroppo non si fa più. Mio fratello Giuseppe, che si è battuto fino alla fine per far luce sulla verità, ci ha spinti a far riaprire il processo, che ha determinato la prima clamorosa sconfitta giudiziaria per i Corleonesi di Riina”.
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