Da mercoledì 23 maggio in sala
La nascita dell’amicizia tra gli agenti J e K è al centro del frizzante Men in Black 3, l’atteso sequel in 3D diretto da Barry Sonnenfeld con protagonisti Will Smith, Tommy Lee Jones, Josh Brolin, Alice Eve, Emma Thompson, dal 23 maggio distribuito in 660 sale dalla Warner Bros. Pictures Italia.
Per il terzo episodio della saga, si fa un salto indietro nel tempo, nel 1969, per spiegare la nascita del rapporto tra i due agenti della “Men in Black”, la forza della loro amicizia e svelare gli elementi chiave che li hanno tenuti vicini e al tempo stesso lontani per ben 15 anni. «Un’idea che avevamo in mente da tempo, addirittura prima di MIB2 ma che doveva maturare – spiega Will Smith, che torna negli amati panni dell’agente J -. Per poter raccontare questa storia abbiamo dovuto portare l’intera trama a un livello superiore e l’unico modo è stato andare più a fondo nei personaggi e nelle rivelazioni che si sarebbero svelate nell’arco della storia. Finalmente siamo riusciti a mettere insieme una storia originale, fresca e coinvolgente».
Sono trascorsi dieci anni da quando i due hanno protetto la Terra dalla feccia dell’universo. Malgrado abbiano lavorato fianco a fianco per decenni, J realizza di sapere ben poco del suo partner. Intanto l’alieno Boris l’Animale, arrestato da K quarant’anni prima e confinato in una superprigione galattica, è evaso per vendicarsi di lui. J segue Boris a ritroso nel tempo per salvare il suo scontroso e introverso compagno e scoprirne, dopo anni, i segreti. Trova infatti nel ’69 un giovane agente K (Josh Brolin) aperto e affabile e alla fine capirà il perché del suo profondo cambiamento d’umore.
«Will e Tommy sono ormai un duo iconico, non avrebbero funzionato con una ruota di scorta al seguito» commenta Brolin, che si cala nei panni del giovane K con gli stessi manierismi e le affettazioni date da Jones al personaggio adulto. «Tutti i fan del film sognano di essere uno di loro, per me è stato come vincere alla lotteria. Quando ho indossato il completo nero mi sentivo Superman». Per entrare nel personaggio ha usato varie tecniche di recitazione. «Ho iniziato creando una caricatura e poi, lentamente mi sono avvicinato a quello vero – spiega -. Dovevo diventare Tommy piuttosto che indossarne le vesti» (e un naso finto di Jones ritrovato negli archivi degli Studios).
«Quando abbiamo girato insieme – lo rassicura Smith -, aveva studiato così bene il ruolo che la chimica era praticamente identica». «Pensavo di dirigere un unico attore – conferma il regista -, era difficile capire dove finisse Tommy Lee Jones e cominciasse Josh Brolin». Per Sonnenfeld, l’unico modo per dare vera comicità alla storia era interpretarla con la massima serietà. «Volevo che le situazioni fossero divertenti ma le intepretazioni realistiche» racconta il regista, che voleva realizzare una commedia spettacolare, ricca di buffi gingilli alieni retro-futuristici, che scatenasse risate. E c’è riuscito in pieno.
Emma Thompson è il nuovo capo dell’agenzia MIB. «È incredibile che una donna possa dirigere un’organizzazione così potente – sostiene l’attrice -. Il mio tono doveva essere assolutamente serio ma allo stesso tempo divertente, emotivo e subito dopo freddo e razionale. Per fortuna nasco nella commedia, è stato comunque molto impegnativo». Irresistibili le scene ambientate nel 1969 in cui Bill Hader si trasforma in Andy Warhol con un grande cinghiale su un letto di mele sanguinanti o con gli alieni “retrò” presi dai film di fantascienza anni ’60. Impeccabili gli effetti speciali per la superprigione galattica e l’iperbolica fuga, per il lancio dell’Apollo 11 sulla luna.