Michele Riondino porta in scena dal 22 gennaio al 3 febbraio Al Teatro Eliseo di Roma Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, diretto da Andrea Baracco. L’attore si cala nei satanici panni di Woland al fianco di Francesco Bonomo (Maestro), Federica Rosellini (Margherita)e un eterogeneo gruppo di attori tra cui il valletto Korov’ev, il gatto Behemot e la strega Hella, con i quali darà vita a uno spettacolo di magia nera.
Un romanzo pieno di colori potenti e assoluti, tutti febbrilmente accesi, quasi allucinanti, ambientato nella Mosca degli anni Trenta.
“Si passa in un attimo dal registro comico alla tirata tragica, dal varietà più spinto all’interrogarsi su quale sia la natura dell’uomo e dell’amore – spiega il regista-. Basso e alto convivono costantemente creando un gioco quasi funambolico, pirotecnico, in cui ci si muove sempre sulla soglia dell’impossibile, del grottesco, della miseria e del sublime. A volte si ride, a volte si piange, spesso si ride e piange nello stesso momento. Insomma, in questo romanzo, si vive, sempre”.
“Quello che rende l’uomo veramente diverso da qualsiasi altro animale è la sua capacità di immaginare e credere in cose che non esistono – scrive Letizia Russo che ha curato l’adattamento del romanzo -. Divinità, valori, ideologie, saldano i rapporti tra gli uomini e danno forma alle società, permettendo a migliaia, milioni di persone, di muoversi nella stessa direzione. Ma cosa succede se qualcosa, o qualcuno, arriva ad inoculare i semi del caos nelle maglie di una struttura umana formata e solida? Succede che la natura del singolo e, a cascata, la struttura sociale, rivelano le loro parti più nascoste, le loro possibilità inaspettate, le loro contraddizioni impresentabili. Il Maestro e Margherita ci parla anche di come l’immaginazione umana sia un’arma potente e fragile, in grado di erigere strutture grandiose ma incapace di contenere davvero il Mistero”.