Due straordinari alchimisti dell’immaginario. Come meglio definire Frank Miller e Robert Rodriguez, che hanno creato una nuova formula per far amare i loro personaggi, facendoli rivivere al cinema, stavolta anche in 3D, nel mondo violento e degradato di Sin City, il graphic novel di Miller. Il poliedrico Frank e il geniale Robert filmano a quattro mani il nuovo capitolo cinematografico del fumetto, intitolato “Sin City 3D -Una donna per cui Uccidere” che Lucky Red distribuirà dal 2 ottobre in 400 sale, (metà in 2D).
Una sorta di prequel del primo capitolo del 2005, in cui rivivono personaggi come Marv (Mickey Rourke), Goldie (Jamie King), Hartigan (Bruce Willis). Tornano in scena anche Jessica Alba (sempre nei panni della bella Nancy, la ballerina del sordido KadiEs Club la cui vita è precipitata in un baratro dopo la morte dell’amato Hartigan), Rosario Dawson (la feroce e sexy Gail, leader delle prostitute della città vecchia affiancata da Jamie King nel duplice ruolo delle gemelle Wendy e Goldie. Entra in scena anche Joseph Gordon-Lewitt, giovane giocatore d’azzardo che sfida in un poker mortale il solito potente e corrotto senatore Roark (Powers Boothe).
Il film riunisce dunque i personaggi più amati, mettendo in primo piano la bella e malvagia Ava Lord (Eva Green) e spiegando perché Dwight McCarthy (Josh Brolin) abbia cambiato faccia. “E’ una storia di cui vado molto fiero e che Robert adora – spiega Miller, a Roma con Rodriguez per presentare il film -. Una tragica storia d’amore in cui c’è il tradimento, l’oscurità, il senso di colpa dei film noir”. Con qualche sorpresa, rispetto ai libri, per spiazzare anche il più assiduo e fedele lettore.
Con il 3D, sottolineano gli autori, sembra proprio di essere all’interno del fumetto, qui arricchito anche da sprazzi di colore. Sul set raccontano, sono stati complementari, pronti a darsi consigli e suggerimenti, a divertirsi, tanto da spingere Miller a definirsi “gemelli separati alla nascita” o , “un regista a due teste” come aggiunge Rodiguez, uno dei pochi registi hollywoodiani che scrive, produce, dirige, monta e musica i suoi film.
“Quando ho disegnato Sin City erano storie impossibili da portare al cinema – racconta Miller, costretto a soli 57 anni su una sedia a rotelle, ma con l’acutezza mentale di un diciottenne. All’inizio ho faticato a fidarmi del ‘green screen’, questa nuova tecnica di lavorazione di Robert, ho imparato tanto da lui, se vuoi fare un buon film da un novel devi conoscere a fondo il materiale e, è il mio consiglio, restare fedele alla storia. Lui ha trasportato la visione del disegnatore nel film, è questa la forza di Sin City”. “La sua visione era talmente completa e profonda – conferma Rodriguez – che per la sceneggiatura non ho dovuto fare alcun adattamento”.
Sull’abbondanza di erotismo nel film Rodiguez spiega: “Nel lavoro di Frank c’erano tante scene di nudo, abbiamo voluto restare fedeli alla storia, le attrici l’ hanno capito e non hanno avuto problemi a rifare integre le scene disegnate”. Insorge Miller: “Che c’è di male nel vedere tante donne nude? Roma non è l’Ohio, mi stupisce che mi facciate qui una simile domanda”, ribatte ironico.
I suoi personaggi, spiega, nascono dalla sua mente amante da sempre di fiction-crime. “Ava doveva essere la quintessenza della femme fatale, tragica e terrificante. Per Marve avevo scritto ‘Conan col trench”, una specie di barbaro che vive in un contesto urbano”. Nell’intrattenimento made in Usa, aggiunge, c’è sempre spazio per i fuorilegge: “Senza banditi – sottolinea – non ci sarebbero i supereroi”. Come il “suo” Batman, stravolto però negli ultimi film: “Non lo voglio vedere –taglia corto Miller-, non ne faccio più parte”.