Non è la prima volta che nei suoi film Nanni Moretti anticipa la storia. La prima stesura di Il sol dell’ Avvenire è del 2021 mentre l’invasione dell’Ucraina risale al febbraio 2022. Dunque c’è preveggenza anche nella genesi di questa sua nuova pellicola (che andrà in concorso al prossimo festival di Cannes e da noi uscirà in cinquecento sale dal 20 aprile con 01), in cui l’attore romano interpreta un regista che sta girando un film ambientato nel 1956 durante l’invasione russa dell’ Ungheria. Lascia stupiti vedere come le vere immagini della guerra di allora scelte da Moretti, con la scia di morte, distruzione e carri armati, siano drammaticamente uguali a quelle che da un anno devastano l’Ucraina.
Immagini che hanno toccato nel profondo l’attrice Barbora Bobulova, interprete con Margherita Buy, Silvio Orlando e una schiera di giovani bravissimi attori, che si è commossa fino alle lacrime alla presentazione romana del film con il cast al completo, le sceneggiatrici e i produttori di Fandango e Rai Cinema.”Mia madre è ungherese, sono cresciuta nel socialismo, il mio personaggio sono proprio io” ha spiegato con un filo di voce.
“Per capire come sta Nanni bisogna vedere i suoi film” ha detto Silvio Orlando, che torna dopo diciassette anni a lavorare con lui. E dopo aver visto questo suo imperdibile, struggente e insieme divertente piccolo capolavoro, si percepisce il suo disorientamento per la fine di un sogno, ma anche la speranza che una certa buona politica possa tornare in scena. “Ho fatto questo film perché la gente vada a vederlo nelle sale – spiega -, le piattaforme vanno bene per le serie, i film sono per il cinema”.
Praticamente ha realizzato due film in uno, cucendo armoniosamente insieme epoche diverse, creando un po’ di squilibrio nei protagonisti che però, vista la bravura, hanno dato del loro meglio. Buy interpreta sua moglie, una produttrice che stufa di lui dopo oltre un trentennio di convivenza vuole mollarlo. Orlando e Bobulova sono i responsabili di una sezione del PC degli anni ‘50, disorientati dalle posizioni del Partito di fronte all’invasione dell’Ungheria.
Moretti omaggia il cinema felliniano girando per lo più negli Studi di Cinecittà, inserendo nella storia un colorito circo con clown, acrobati e animali. Non nasconde il suo malcontento su come oggi venga gestito il cinema italiano. “Non è vero che è morto ma è poco curato, i film sono buttati allo sbaraglio, escono a casaggio e hanno poca attenzione dalla tv. Sono sempre andato contro corrente – spiega -, quando c’era l’invasione delle videocassette ho fondato una casa di produzione, nel ‘91 chiudevano le sale io ho aperto il Nuovo Sacher a Roma, e anche ora faccio un film perché gli spettatori lo vedano solo al cinema”.