Mr Bean è tornato e con lui anche tutte le catastrofi e le disavventure che la sua goffaggine riesce a causare. Abbandonata momentaneamente l’Inghilterra, il suo Teddy Bear e l’altrettanto famosa Mini Minors, approda sulle spiagge dorate di Cannes in pieno festival dopo aver vinto una vacanza ad una lotteria parrocchiale. Ma il viaggio verso la Francia si trasforma in una rocambolesca avventura caratterizzata da contrattempi al limite della sopportazione umana. Dopo dieci anni da Mr Bean – L’ultima catastrofe, Rowan Atkinson torna a vestire i panni di questo personaggio dall’infantile percezione della realtà ed è subito successo. Mr Bean va in vacanza ha conquistato le vette del box office inglese spodestando il kolossal digitale 300, e si prepara ad essere accolto con particolare calore anche in Italia dal sette aprile. “Non ho avuto alcuna difficoltà a rientrare nei suoi panni dopo tanto tempo – dichiara Atkinson arrivato a Roma per promuovere il film – Bean ha la natura di un bambino di nove anni. Produce una sorta di infantilismo universale fuori dal tempo e dallo spazio circostante. Non è interessato ai cambiamenti politici ed è poco verbale. Tutto questo, unito ad una chiara inconsapevolezza sociale, fa si che il personaggio non perda nel tempo il ritmo della sua comicità.” Definitosi come “l’unico vero esperto di Mr Bean”, l’attore inglese ha partecipato attivamente alla genesi della sceneggiatura attraverso prove ed improvvisazione sulla base delle quali è nato lo script definitivo. ” Sono abituato a seguire ogni singola fase del processo creativo. Ma in questo caso ho dato un contributo particolare dato che nessuno conosce Bean meglio di me. In modo particolare ho cercato di selezionare le scene comiche più adatte a lui, eliminando tutto ciò che non avrebbe funzionato.”
All’inizio c’era solo un titolo, Mr Bean va in vacanza, poi attraverso le improvvisazioni di Atkinson, il regista Steve Bendelack ed i suoi sceneggiatori hanno costruito pagina dopo pagina una storia basata su una comicità molto fisica e farsesca. Uno stile che l’attore inglese ha tratto soprattutto dal lavoro di Jacques Tati. “Quando ero ragazzo – continua Atkinson con la caratteristica flemma britannica – ho trascorso un intero week – end a guardare Le vacanze di mousieur Hulot. Da quel momento ho capito che l’interpretazione comica di Tati era quella che meglio si adattava alla mia personalità. Ho cercato soprattutto di riprodurre una certa estensione temporale. La comicità è data dal ritmo e non dalla velocità. Una battuta può essere raccontata anche con un tempo più lungo.” Ed ancora: ” Non conosco molto della commedia del cinema muto hollywoodiano. Basti dire che non avevo visto nulla di Buster Keaton fino a pochi giorni dalla realizzazione del film. Ma sia lui che Chaplin hanno prodotto una comicità molto rocambolesca ed acrobatica che non fa decisamente per me.” Nonostante ammetta di non sentire il peso schiacciante di una maschera così nota e ingombrante, l’intimità creatasi tra Atkinson e Bean è notevole. ” E’aggressivo, vendicativo e bambinesco.” Nel futuro lo vedremo mai con moglie e figli? “Non credo proprio. Non riesco a vederlo in una situazione romantica. Come ho già detto è un bambino di dieci anni, e non credo che i bambini si possano sposare. Preferisco pensare a lui in modo totalmente asessuato.” ” Ed alla domanda se rivestirà ancora i suoi panni risponde: “Mai dire mai, ma diciamo che lo considero piuttosto improbabile.” A questo punto non rimane che dire:” Goodbey Mr Bean.”
di Tiziana Morganti