Il suo naso fende l’aria prima di lei, il suo dentone sporgente scavalca il labbro, i suoi bitorzoli pelosi fanno ombra sulle guance e il suo corpo enorme ha la forma di un sacco di patate. Ma il suo bastone, che sembra solo un pezzo di ramo storto, è portentosamente magico e produce, al solo sbatterlo, una volta in terra, effetti d’ogni sorta. E nessuno come lei sa educare i più discoli pargoli del mondo. Ecco a voi la Mary Poppins del nuovo millennio: brutta ma funzionale e, soprattutto, sempre in divenire. Già, perché la raccapricciante (ma solo in apparenza) bambinaia cambia col mutare degli eventi o, forse, sono gli eventi, i bambini che imparano, a cambiarla, in modo che ogni lezione acquisita sia, per lei, una nuova pennellata, un bitorzolo in meno, il naso che si raddrizza, il dentone che sparisce. Sino alla fine quando (dopo ben 5 versioni diverse dello stesso costume e del trucco) dall’orrido sfocia nella grazia esile di Emma Thompson, all’inizio praticamente irriconoscibile. Peccato che a quel punto, nessuno la vede più perché la legge che regola la magica vita di Nanny McPhee è chiara e semplice: «Finché c’è bisogno di me e non mi vorrete io resterò; quando mi vorrete significa che di me non c’è più bisogno e, dunque, io andrò via».
Ma per quasi un’ora e mezza di delizioso racconto cinematografico c’è. Arriva nella casa del signor Brown (uno spaesato Colin Firth), fresco vedovo, e dei suoi sette figli cui nessuno riesce a tener testa. Arriva, facendosi largo tra la polvere di una (volutamente) indefinita Inghilterra tardo vittoriana, e resta almeno finché i sette terribili bimbi non avranno fatto loro cinque fondamentali regole ma, nel frattempo, accade molto di più, dentro e fuori la storia di questa famiglia sull’orlo della disgregazione. Ovviamente si salverà, grazie alla magia di tata Matilda ma anche all’intelligente intraprendenza dei pargoli che, come tutti i bambini del mondo, oltre ad aver bisogno di essere educati, hanno bisogno di essere ascoltati. Come, evidentemente, non ha mai smesso di fare l’attrice-scrittrice-mamma Thompson che, ispirata ai volumetti di Christianna Brand con protagonista “Nurse Matilda”, ha scritto un racconto come una variante di quella serie. Da quel racconto, la sceneggiatura di questo film diretto da Kirk Jones e di cui sappiamo tutto dall’inizio ma che, pure, come ogni buon film di genere, riesce a stupirci a ogni angolo, divertirci a ogni nuova pagina, commuoverci persino, pur facendoci ridere. Insomma, come dei bambini.
di Silvia Di Paola