Tutti bagliamo in amore, passata la sbornia iniziale si desidera che l’altro sia una persona perfetta, a nostra immagine e somiglianza. Quale avventura potremmo vivere per riuscirci? Simone Godano prova a dare la risposta nel suo primo lungometraggio, Moglie e Marito, nelle sale dal 12 aprile con Warner Bros.
Il trentanovenne regista romano lo fa giocando con i cliché della commedia degli equivoci, da sempre basata sul doppio, affidata a tre bravissimi interpreti come Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak, Valerio Aprea, lasciati liberi di improvvisare.
Una fantasiosa e divertente commedia romantica sulle relazioni, sulla crisi di coppia, sull’amore che muore e rinasce attraverso la scoperta dei punti di vista dell’altro. Così lui, neurochirurgo col pallino delle scoperte, tutto ospedale e astruse ricerche sul cervello umano, dopo un incidente durante un esperimento scientifico si ritrova catapultato nel corpo della moglie, rampante conduttrice televisiva.
Vivendo uno nei panni dell’ altra creeranno solo disastri, ma avranno modo di ripensare al loro amore ormai al capolinea. Un’occasione unica per capirsi a fondo e ritrovare, forse, la perduta armonia.
Un film sull’amore, che invita ad accettare le incompatibilità come una vittoria e non come una sconfitta o un compromesso.