Un tema scabroso come l’autismo può essere affrontato al cinema con delicata leggerezza, senza pietismo o buonismo, esaltando la bravura degli interpreti. C’è riuscito Francesco Falaschi nel film Quanto basta, che Notorius porterà su 250 schermi dal 5 aprile. Il regista toscano guida con mano lieve ma ferma, l’eccellente trio attoriale Vinicio Marchioni, Valeria Solarino, Luigi Fedele, scegliendo l’insolita cornice dei modaioli talent gastronomici per raccontare i problemi relazionali dei tre protagonisti: un rissoso ex cuoco stellato finito in prigione e poi ai servizi sociali, una bella e sensibile psicologa dedita solo al lavoro, un ragazzo affetto dalla sindrome di Asperger appassionato di cucina, con una marcia in più malgrado l’handicap.
Un viaggio per partecipare a un concorso per giovani aspiranti chef, costellato da mille ostacoli e difficoltà, darà vita a una caotica, surreale, a tratti comica amicizia tra i tre, che farà uscire allo scoperto le loro debolezze, fragilità, la loro forza.
“I talent sulla cucina sono il campo di gioco di formazione e allenamento, una sorta di simulatore di volo per i rapporti umani – spiega il regista -. Il cuore del film è il rapporto che man mano si crea tra l’ex cuoco e il ragazzo, il loro diverso modo di essere”.
Si fa fatica a credere che Luigi Fedele non abbia davvero problemi di Asperger, visto che ripropone a perfezione il tipo di linguaggio, il rapporto con lo spazio e il proprio corpo di chi ne è affetto. “Ho frequentato diversi ragazzi per capire il loro universo dietro le parole, i silenzi – racconta -. Un’ esperienza forte, toccante, umanamente importante”.
“C’era una sceneggiatura piena di grazia, rara – spiega Marchioni -, il mio personaggio dal grande passato è a un punto morto, cinico e disilluso. Mi sono avvicinato al mondo Asperger senza pietismo o falsi pudori, mi sono messo al servizio completo della storia. Luigi è strepitoso, recita con una misura che ti strappa il cuore”.
“Ho amato molto il mio personaggio- aggiunge Solarino -, lei capisce il punto di contatto tra le due diversità e fa di tutto per farli incontrare. Non era facile raccontare con poesia e delicatezza, far ridere su certe dinamiche delle diversità, superando i pregiudizi”.
Una bella iniezione di emozioni, di sentimenti positivi, una boccata d’aria pura contro lo stress dominante, che alza il velo sulle neurodiversità, evidenti o latenti, sottolineando il malcostume dei tuttologi che imperversano in tv. Una commedia tragicomica, delicata, ironica, commovente, che fa riflettere, e speriamo apra un dibattito serio sul delicato tema di chi accompagnerà nel quotidiano chi è affetto da queste patologie quando i familiari non ci saranno più. Non a caso aprirà il 2 aprile il festival di Cinema e Autismo di Torino e uscirà il 5 aprile, giornata mondiale delle neuro diversità, con il supporto della Rai.