Centosessanta milioni di dollari, interessi esclusi, da rimediare in due settimane. È la sfida che porta a riunire la ‘banda degli undici’ a tre anni di distanza dal colpo al casinò del vanesio Terry Benedict (Andy Garcia), che non ha certo gradito nemmeno il tradimento aggiuntivo da parte dell’ex fidanzata Tess (Julia Roberts), fuggita, oltre che col bottino, anche con il rivale in amore, nonché ideatore dello ‘sgarbo’ milionario, Danny Ocean (George Clooney). Così, dopo essere stati avvisati uno ad uno da Terry circa le conseguenze di un mancato risarcimento del maltolto, gli undici ci riprovano e rilanciano. Atterrando a Roma per trafugare un inestimabile uovo Fabergé esposto (e super-blindato) all’interno del museo di Arte contemporanea. E proprio nel cuore della città eterna, con un’appendice sul Lago di Como (Villa d’Este), Ocean, Rusty (Brad Pitt), Linus (Matt Damon) e gli altri professionisti del crimine scoprono l’esistenza di un demiurgo occulto, il fascinoso ladro-dandy francese Francois Toulour (Vincent Cassel), che li ha incastrati con Benedict per una pura questione d’orgoglio: dimostrare chi è il miglior scassinatore attualmente in circolazione. Costretti a sottostare, loro malgrado, alla sfida-ricatto del ‘collega’ parigino, gli undici si ritrovano braccati anche da una splendida e tenace investigatrice dell’Europol (Catherine Zeta-Jones), in passato abbordata (e poi scaricata) all’ombra del Pantheon dal biondo Rusty.
Ocean’s Twelve è un sequel decisamente poco ‘ortodosso’, partorito dalla fervida mente di Steven Soderbergh (Solaris, Erin Brockovich) a partire dallo script Honor Among Thievesdi George Nolfi e prodotto da Jerry Weintraub. Rimodellando storia, location e personaggi (decisamente autoriali le scelte stilistiche, soprattutto a livello di fotografia e montaggio) sull’onda della fascinazione per la ‘dolce vita’ (che tutti i protagonisti hanno ampiamente sperimentato, la scorsa estate, fuori e dentro i set capitolini e ai tavoli del Bolognese). Un’ambientazione imprescindibile, quella romana per ricreare la magia dell’ensemble, già tratteggiata nel precedente Ocean’s Eleven. L’affiatamento del gruppo di star, tra ammiccamenti e autocelebrazioni in salsa ironica (Julia Roberts che ‘recita’ se stessa, a fianco di un connivente Bruce Willis), è sfruttato al massimo, e si vede. Peccato che, per dare vita al Rat-Pack del XXI secolo (il clan di cui Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr. furono gli esponenti più celebri), Soderbergh si mangi letteralmente la trama. Con bella pace anche delle ambientazioni italiane (nel finale anche uno splendido scorcio siciliano), ridotte a poco più di scenari da cartolina.
di Beatrice Nencha