Dopo aver affrontato in Roger Dodger la crisi di mezza età da un punto di vista maschile, in P.S. I Love you Dylan Kidd recupera la stessa tematica ma da una prospettiva tutta femminile. Vero protagonista del film è l’Eros, a cui il regista affida l’ importante ruolo narratologico di connettere tra di loro i due punti nevralgici – e tra loro speculari – della storia: il rapporto della protagonista con il suo passato e la modalità con lei vive la propria femminilità, il suo essere e sentirsi donna. Solo un graduale recupero della propria femminilità consentirà alla trentottenne Louise, di metabolizzare il dramma che la inchioda ai tempi della sua adolescenza, a vivere e a consumare un lutto sempre evitato. Alla riuscita del film contribuisce un cast convincente, in cui spiccano le signore del set Laura Linney e Marcia Gay Harden. Un elemento interessante consiste nel doppio, in quanto suggerisce la dualità intrinseca alla storia di ognuno: il nostro morire e rinascere, nel corso di un’unica vita, sempre come noi stessi ma con qualcosa in più. Rispetto al suo primo lungometraggio Kidd dunque realizza un’opera concettualmente molto più ricca e complessa, il che incide non poco sul piano stilistico: i toni da commedia brillante di Roger Dodger ritornano ora più pacati, il ritmo scorre più lento e questo proprio in virtù di un’intellettualizzazione e sublimazione della componente erotica. La sceneggiatura conserva comunque il suo nerbo, mentre una maggiore attenzione poteva essere rivolta alla ricostruzione degli ambienti, attraverso una scenografia magari più eccentrica, in corrispondenza della componente favolistica ed esoterica che avvolge la vicenda, fino a poco prima della risoluzione finale. E sarà proprio la parte conclusiva a spiegare il contenuto dell’intera pellicola, sino a rivelare il significato stesso del titolo: elementi aggiuntivi, spesso i P.S. esprimono in sottotono qualcosa che invece si vorrebbe gridare, contengono – proprio lì al margine – la verità di un intero discorso, suggeriscono che dietro ed oltre tutto quello che si è detto c’è dell’altro, e P.S. è proprio così: soprattutto e non solo una storia d’amore.
di Anna Rita Simeone