Grande successo di pubblico per il suo nuovo show
«Quando torno, se torno, voglio farlo con la macchina nuova». Così rispondeva Giorgio Panariello a chi gli chiedeva quando sarebbe tornato in televisione. E lunedì ser è tornato, su Canale 5, a bordo di una fiammante “fuoriserie” dal nome scaramantico Panariello non esiste, con al fianco la cantante Nina Zilli, che ha conquistato più di sei milioni e mezzo di spettatori, dimostrando che è vero il contrario.
Dopo sei anni passati fuori dal piccolo schermo (era stato “accantonato” dopo la dèbacle del Sanremo 2006 da lui condotto ma “riacciuffato” dal teatro, da cinema e fiction), aveva bisogno di tempo per scrivere qualcosa di valido, racconta, da proporre al pubblico televisivo che lo aveva acclamato per tre stagioni nel one-man-show Torno sabato.
Ha quindi ricreato una sorta di Moulin Rouge nel mitico Studio5 di Cinecittà (tanto amato da Fellini e recentemente anche da Fiorello), guidato dalla sapiente mano del regista Stefano Vicario; infarcito di ospiti di rilievo spalmati nelle quattro puntate-evento (da James Taylor a Laura Pausini, a Massimo Ranieri che gli insegnerà a recitare Brecht a Joaquin Cortès a cui lui insegnerà il Flamenco, da Baglioni alla Carrà, a Brignano fino al suo amatissimo Renato Zero).
Imponente scenografia di Gaetano Castelli, resa ancor più magica dalle performance dell’illusionista Gaetano Triggiano e dai nuovi circensi Les Farfadais con le geniali coreografie del suo solito californiano Bill Goodson, la mega orchestra diretta dal maestro Franco Micalizzi. Tutto alla grande, insomma, per regalare risate e emozioni, riportare, come dice lui, «La fantasia al suo posto e fare anche un po’ sognare».
Un varietà forse anche troppo sofisticato per i palati sfatti dei seguaci della rete ammiraglia di Mediaset, assuefatti ai beceri Uomini e donne di Maria o ai Grandi fratelli che gli hanno ceduto la prima serata del lunedì. Che, comunque hanno risposto alla “chiamata” in 6.581.000 (share 27,29%).
Lui, elegantemente di blu vestito, ha monologato garbatamente col pubblico della megasala (2.000 metri quadri per 1000 spettatori), senza scivolare nei vecchi e sguaiati personaggi del bagnino o del dj col marsupio, con l’occhio attento all’attualità (ha invitato la cancelliera Merkel a “cancellare” i debiti e redarguito i Maya per l’annuncio della fine del mondo; ha disquisito sui Tav, su Schettino, sulla malainformazione che specula sui delitti, sui tuttologi in tv, sugli imprendibili latitanti nascosti in cantina). Non dimenticando la beneficienza, per un paio di ospedali per bambini, comunità per giovani disagiati, per la sicurezza stradale e la difesa degli animali.
Si è agghindato in modo assurdo per prendere in giro l’alta moda delle “maison” dai manichini “coi capezzoli”, mostrando l’esilarante filmato di una sfilata maschile (si fa per dire!) e sfidando a indossare quei capi per portare i figli a scuola o andare in banca a chiedere un mutuo. Lui travestito da Sarcozy e Salemme (orribile) da Merkel, hanno imitato la mitica lettera di Totò e Peppino.
«Evento doveva essere, evento è stato – commenta soddisfatto il direttore di Canale5 Massimo Donelli -. Con un successo che i numeri certificano inequivocabilmente, Giorgio Panariello ha festeggiato alla grande il suo ritorno in tv dopo sei anni di assenza. Ritrovando da subito l’affetto di milioni di italiani con i quali ha saputo costruire nel tempo, attraverso una dura gavetta prima e i grandi spettacoli poi, un rapporto indissolubile. Il suo successo è il nostro orgoglio. La rete, infatti, lavora abitualmente sulle lunghe serialità, spina dorsale del palinsesto: il grande show è per noi un terreno inconsueto. Di conseguenza il risultato di Panariello non esiste ci rende doppiamente felici».