Esce “Colpi di fulmine”, in sala dal 13 dicembre
Aurelio De Laurentiis cambia registro e trasforma l’ormai indigesto “cinepanettone” in una soffice, esilarante commedia all’italiana. Al posto delle ormai consumate vacanze di Natale offre due deliziosi “mini film” accomunati dai Colpi di fulmine, che dà il titolo alla pellicola diretta con sapienza da Neri Parenti che Filmauro porterà dal 13 dicembre su 700 schermi.
Il film parte soft, con un De Sica rinnovato e romantico nei panni di un falso prete, bravissimo anche senza una ‘spalla’ maschile a dargli manforte. È un barone della sanità in odore di Guardia di Finanza che, innocente, sfugge all’arresto nascondendosi, come parroco, in un paesino del Trentino, aiutato dall’invadente perpetua terrona Tina (Arisa) e il sacrestano muto Oscar (il mimo cult Simone Barbato di Zelig). Latitante super ricercato, s’innamorerà proprio dell’avvenente maresciallo dei carabinieri (Luisa Ranieri), che dovrà far convolare a giuste nozze. Ma, scagionato dalle accuse, getterà la tonaca alle ortiche, con tanto di colpo di scena finale.
La vera svolta comica però deflagra nella seconda parte, con Greg e Lillo, storica esilarante coppia finalmente sdoganata anche dal cinema, esaltata dall’accoppiata vincente con il luminosissimo astro neonato, Anna Foglietta (protagonista anche del film dei Vanzina). Claudio Gregori (Greg) è Ermete Maria Grilli, un ingessato ambasciatore presso la Santa sede che, invaghitosi della colorita pescivendola romana Adele Ventresca (Foglietta), obbliga il compunto autista Ferdinando (Pasquale Petrolo “Lillo”) a trasformarlo velocemente in un supercoatto per far breccia nel cuore dell’amata.
Imprevedibili e inarrestabili le trovate comiche che il duo riesce a imbastire e che hanno suscitato boati di risate all’anteprima del film. «La svolta romantica di Christian l’avevo in mente da anni – racconta Aurelio De Laurentiis -. Per il colpo di fulmine ci vuole l’innamoramento, nel film ce ne sono strani, estremi, curiosi». Neri Parenti definisce “Cine confetto” il film con cui conclude, suo malgrado, la lunga e fruttuosa collaborazione con De Laurentiis (che replica: non è calciomercato, ogni volta che finisce un contratto si ridiscute!).
«Quest’anno si è proprio voluto cambiare – conferma Christian, visibilmente deluso da questa scelta che, in sostanza, lo mette in secondo piano -. Senza una spalla ero molto solo, mi tremavano le gambe, forse avrei fatto ridere di più – confessa -. Ma sono molto soddisfatto di questo mio eroe romantico, che porta l’ottimismo perso del passato, ma moderno, senza muffa, è questa la grande novità. Raccontare due storie dà più respiro al racconto».
«Christian è un attore molto generoso – commenta Luisa Ranieri -, la commedia ha una sua grammatica, se non la conosci non fa ridere, con lui sul set ti puoi sedere e starlo a guardare. Neri poi è molto attento agli attori, in pochi ti sanno cogliere le sfumature come lui, si vede la differenza». Ritiene conclusa la sua esperienza televisiva alla guida di Amore criminale su Rai3. «Ho sposato questa causa, ma si conclude qui – annuncia -, oggi è sempre più difficile star fuori da una certa ‘pornografia televisiva’».
La seconda storia è cucita addosso a Greg e Lillo, che amano la comicità di situazione più che di battuta, felici di esser stati scelti per il film malgrado siano considerati comici “di nicchia”. «Ma è una nicchia larga – commentano -, siamo un po’ diversi, ben venga». I loro modelli sono Tognazzi, Vianello, Chiari, Sordi, ma il loro stile davvero unico. De Laurentiis li ha scoperti di recente, a teatro, colpito dalla loro genialità per fortuna ha rischiato. Soggetto e sceneggiatura li ha scritti Neri Parenti (con Saverni, Bencivenni e De Biase) poi Lillo e Greg sono entrati nelle situazioni.
«La struttura narrativa era solida – spiegano -, ci abbiamo cucito sopra il nostro umorismo, alcune gag sono nate al momento, sul set». Foglietta, già fan dei due comici, ringrazia Parenti: «Uno dei pochi registi che sottolinea tutte le tue sfumature. Sono un’estimatrice della commedia all’italiana, racconta la storia meglio dei libri – dice l’attrice -. Per Adele mi sono ispirata alla pescivendola del mercato romano del rione Testaccio, dove vivo -, ne ho copiato la gestualità. Mi ispiro alla Vitti, alla Ralli per dar spessore emotivo alle donne che interpreto. Adele non elemosina l’amore, è moderna ma con valori antichi, colori e dialetto autentici che dovrebbero tornare in auge».