Che un primo appuntamento possa nascondere insidie quasi “mortali” e difficoltà insostenibili è cosa nota al sempre più numeroso popolo dei single, ma quando a queste naturali asperità si aggiunge l’intraprendente ed invadente affetto di una numerosissima famiglia determinata nella volontà di creare una nuova coppia, nonché l’incognita di un sito internet dedicato ad incontri non sempre fortunati, si comprende il desiderio irrazionale di andarsi a nascondere nella tranquillità della propria casa riscaldati dal tenero affetto di un cane per non uscirne mai più. Questo in sintesi il punto di partenza dal quale si dipana tutta la vicenda di Sarah Nolan (Diane Lane), fresca divorziata con l’ironico terrore di rimettersi ancora in gioco, di Jake Anderson (John Cusack) malinconico neo-single dalla romantica ossessione per Il dottor Zivago, di una vera e propria tribù familiare impegnata nell’arduo compito di proporre nuovi e sempre meno appetibili canditati per il vorticoso gioco delle coppie e di Madre Teresa, tenero ed affettuoso terranova dall’incomprensibile fobia per l’acqua, che con sguardo attonito osserva la confusa giostra degli umani affetti.
Tratto dal bestseller di Claire Cook e scritto e diretto dal due volte vincitore di un Emmy Gary David Goldberg, Partnerperfetto.comsegue con particolare attenzione e naturalezza il ritmo imposto dall’ironia tipica delle migliori commedie americane. Pur se caratterizzato da una parte finale piuttosto scontata e deducibile come qualsiasi happy end pretende, il film mantiene una verve comica che prolifera in dialoghi, situazioni e personaggi. In particolare la voluttuosa, sensuale, divertente e seduttiva Diane Lane «In cerca di un uomo speciale con il quale condividere notti stellate e che deve amare i cani» è il traino dell’intera vicenda, dimostrando di sapersi dipanare con particolare maestria e spiccato senso del comico tra le difficoltà create dalla poco scaltra Sarah e dai suoi uomini che certo non brillano per furbizia e tempismo. Certo è impossibile superare o solo avvicinarsi alla naturale verve di una Meg Ryan dei tempi d’oro, ma la Lane dimostra chiara la sua attitudine al genere, completando un film senza alcuna pretesa di perfezione capace comunque d’intrattenere piacevolmente e di riportare in auge il vecchio adagio “mal comune mezzo gaudio”.
di Tiziana Morganti