Trent’anni tra ironia e risate, un lungo percorso artistico fatto di comicità surreale. Alessandro Besentini e Francesco Villa, cioè Ale e Franz, ripercorrono la loro lunga carriera in Rai Duo, tre prime serate in onda lunedì 4, 11 e 18 dicembre su Rai 2 e poi su RaiPlay. Un’occasione per ritrovare tutti i loro più iconici personaggi, come i gangster Gin e Fizz, i vecchietti che litigano continuamente e commentano la loro vita e ovviamente anche i due personaggi che si ritrovano a dialogare sulla “panchina” che li ha resi celebri. A questi se ne affiancheranno altri, dando vita a nuovi spunti comici, come le due truccatrici che aspirano a diventare star del piccolo schermo e due neonati ancora nelle culle della nursery ma già informatissimi sulla vita che li aspetterà.
Una pillola di buonumore spalmata in uno no show comico di un’ora e mezza, con molti ospiti pronti a entrare nel loro mondo, divertendosi anche a “mischiare” i ruoli. A cominciare da Enzo Iachetti e poi Roberta Morise, Francesco Gabbani, Claudio “Greg” Gregori, Francesca Chillemi, Francesco Pannofino, Maurizio Casagrande, Checco della band “Modà, Francesca Fialdini, Max Tortora, Saverio Raimondo, Marco Masini. Un house band guidata da Paolo Jannacci completa il tutto legando in modo unico i vari momenti comici.
“La nostra comicità è come una vecchia canzone con un vestito nuovo – commentano i due artisti presentando lo show dalla sede Rai di Milano -. Vorremmo riuscire ad alleggerire la pesantezza che c’è intorno, a far dimenticare per un attimo i momenti critici che si stanno vivendo dando forma ai nostri pensieri, ai nostri errori, la gente ride quando sbagliamo, provando a creare un unico percorso durante la puntata”.
Spiegano che è stato difficilissimo condensare in tre puntate le tappe salienti della loro lunga carriera. “C’è la nostra storia, rodata in teatro e adattata ai tempi televisivi, un mix tra inediti e cavalli di battaglia”. Qual è il segreto per mantenere così a lungo quel loro certo candore? “Non abbiamo mai cambiato in trent’anni la nostra linea, la nostra satira di costume priva di parolacce, devi essere coerente. Trattiamo con ironia le vicende della vita, si può essere cinici senza essere offensivi, certi argomenti si possono anche evitare”.
Pensano al cinema ma senza tradire il palcoscenico: “Il teatro ci ha assorbito molto – confessano -, non lo abbandoneremo mai”.