Michele Placido rispolvera il Sessantotto sul palco del Teatro Eliseo di Roma dove, dall’ 1 al 20 dicembre, dirigerà Ambra Angiolini, Francesco Scianna e Francesco Biscione nella commedia Tradimenti di Harold Pinter.
La storia originale, che nasce da uno spunto autobiografico dell’autore, si dipana a ritroso dal 1977 al 1968, dal dialogo che segna la fine del sentimento che lega i tre protagonisti andando indietro negli anni, fino alla festa in pieno stile sessantottino, con alcool e droghe leggere, a casa di Robert e Emma, in cui Jerry tenta di sedurre la moglie dell’amico. Emma e Jerry sono stati amanti per cinque anni, all’insaputa dei rispettivi coniugi, finchè Robert costringe la moglie ad ammettere il tradimento. I rapporti falliti restano, assieme alla stanchezza e all’impossibilità di fidarsi di chi si ha vicino.
Il Sessantotto rivoluzionò il comportamento di un’intera generazione da un punto di vista politico e sentimentale. La storia di quegli anni parla di amori finiti, ma soprattutto di tradimenti politici, ideologici e sociali. Questo testo si può leggere non solo come la fine di una storia d’amore più o meno grande, ma anche come un totale fallimento di un’utopia rivoluzionaria che voleva migliorare e cambiare il pensiero occidentale.
“Il testo me l’hanno proposto le donne, è attualissimo, ci ho rivisto le mie storie, le nostre fragilità – commenta Placido, che ha cercato di adattare lo spettacolo al pubblico italiano, partendo dagli insegnamenti di Strehler, senza tradire i dialoghi molto concisi, reali, cinematografici dell’autore -. Questi ex sessantottini si sono nascosti a se stessi, Pinter ha colto l’essenza del nostro essere poco o niente”.
“Pinter ha colto ciò che è immortale, il tradire se stessi più che l’altro –spiega Ambra -. Parla di una crisi profonda tra i protagonisti, e il pubblico ride, non riesci a commuoverti, è una commedia. I tre tradiscono la loro memoria dimenticando ciò che sono stati. Lei vuole prendersi ciò che in quel momento le è utile e lo nobilita con l’amore, situazioni intramontabili”.
“Si vive l’amore come possesso ma se uno ama veramente deve volere il bene dell’altro, in modo universale” sottolinea Scianna.
“Varie volte ho tradito me stessa professionalmente, facendomi contaminare da nuove esperienze, aiuta a conoscersi un po’ meglio, a generare cose nuove, forse migliori- confida Ambra -. Si può diventare solidi anche accettando i vari passaggi. Emma va alla ricerca di sé a qualunque prezzo, in questo è moderna”.