Al mestiere di donna, il più bello e difficile del mondo, è dedicato da una dozzina d’anni il Premio Afrodite, assegnato dall’Associazione Donne dell’Audiovisivo in nome della dea greca dell’amore, della bellezza e dell’arte, alle donne che hanno lasciato un segno nel mondo dello spettacolo e della cultura.
Alla premiazione hanno partecipato nei giardini del MòMò Republic di Roma un nutrito stuolo di attrici, registe, manager che hanno ricevuto dalle mani di Laura Delli Colli e Andrea Purgatori l’ambita statuetta raffigurante la Venere dei romani, considerata la più bella tra le dee. Al suo confronto non hanno certo sfigurato le eleganti signore che si sono avvicendate sul palco. Da Monica Guerritore, premio alla carriera, a Sandra Milo, personaggio dell’anno, a Claudia Gerini miglior attrice per il film Una famiglia perfetta, a Maria Sole Tognazzi autrice e regista dell’ottima commedia Viaggio sola, in cui ha rappresentato altri modi di essere donna. Tea Falco è stata premiata come miglior attrice esordiente nel film di Bertolucci Io e te. Anna Foglietta, miglior attrice per la commedia (ma notevole anche in ruoli di maggior spessore) ha reso omaggio alle grandi Anna Proclemer, Rossella Falk e Mariangela Melato da poco scomparse; la responsabile di Rai Fiction, Eleonora Andreatta, più che meritatamente premiata per l’eccellenza nella professionalità. Sorpresa dell’anno la bella e simpatica Madalina Ghenea che ha appena finito di girare I Borgia (con Mark Ryder nei panni Cesare Borgia). «In Italia ho ritrovato l’America – ha ammesso raggiante -, spero di leggere sempre più copioni italiani per lavorare di più qui». E ancora, Annalisa De Simone premiata per il libro Solo andata, Elena Bouryka per il corto Meglio se stai zitta e, col Premio Bulgari la solare Chiara Francini.
Le p.r. Paola Spinetti e Patrizia Biancamano hanno fatto gli onori di casa anche con la produttrice Matilde Bernabei della Lux Vide, col regista Daniele Luchetti (dal 3 ottobre nelle sale col suo nuovo film Anni Felici da lui definita la “Storia mitologica della mia famiglia” con Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti e Martina Gedeck), che presto tornerà sul set per il film tv Il caso Aldrovandi. Tra i presenti il direttore marketing di Universal Pictures International, Massimo Proietti, la regista Cinzia Th Torrini presto impegnata con la serie tv Un’altra vita con Vanessa Incontrada, l’attrice Monica Scattini che ad agosto in Puglia sarà nel cast della nuova commedia di Giovanni Veronesi con De Luigi e la Casta e poi assaporerà il gusto della regia con una romantic comedy di quindici minuti, interpretata da Sandra Milo, Alessandro Haber e Argentero. La dottoressa Tiziana Lazzari ha omaggiato le signore presenti col suo libro Bellissima, manuale di istruzioni per restare belle e giovani senza cadere nelle trappole della chirurgia estetica.
Per Monica Guerritore il mestiere di donna consiste nel tener insieme le cose, le persone, gli affetti, i talenti, il mondo: «Essere donna nel mondo dello spettacolo, dell’arte è un handicap – sostiene -, non le si riconosce il potere della creazione, dell’inventiva, al massimo le si attribuisce un potere di esecuzione. La progettualità, la creatività purtroppo è prerogativa del mondo maschile, mentre anche noi siamo autrici dei nostri progetti». I suoi sono ambiziosi perché, dice ricevendo il premio alla carriera: «Mi sento come un’esordiente, pronta a mille interpretazioni». E, infatti, sta per uscire in Francia il film Profumo di Algeri diretto dall’algerino Rachid Benadji con la fotografia di Vittorio Storaro, in cui ha sostituito Isabelle Adjani nel ruolo di una celebre fotografa durante le stragi degli integralisti islamici alla fine degli anni ’90. Poi porterà in teatro agli Champs Elysees la vita della Fallaci, ma prima girerà a Bologna un film diretto da un giovane regista italiano.
Per Maria Sole Tognazzi, invece, essere donna è un gran bel mestiere: «Si crea e si procrea, abbiamo esigenze diverse e ci realizziamo in maniera diversa come racconto anche nel mio film. Speriamo che si aprano per noi tanti ambienti, con meno lentezza. Sono ottimista, spero in un futuro dove le donne fatichino meno ad arrivare». «È il mestiere più bello del mondo – conferma Sandra Milo -, io non potrei essere altro che donna. Ho la consapevolezza della nostra forza, gli uomini mi fanno un po’ pena, sono loro le nostre vittime».
Per Chiara Francini è un mestiere durissimo, che dura 24 ore al giorno. «Ma non è un handicap, perché quando lavori molto per ottenere qualcosa la soddisfazione poi è grandissima. Siamo nate superiori, c’è bisogno di dare potere a chi è intelligente, preparato. Come diceva Tolstoj – ricorda l’attrice toscana – la donna è come una vite cui gira tutto intorno». Lei ha fatto l’accademia d’arte drammatica, tanto teatro classico e contemporaneo. «Il mio imprinting è drammatico, poi il cinema ha puntato sulle mie corde comiche naturali, ora spero di poter mettere in luce anche altri aspetti di me». «Ci vuole coraggio a essere donne, non è un mestiere facile – sostiene Claudia Gerini -, la salita è ancora ripida ma ci stiamo organizzando, cercando di prendere in mano il timone del mondo per far si che la barca della civiltà non si schianti contro le rocce». Le sue scelte professionali, dice, sono sempre coraggiose, convergono su strade meno battute: «Punto a scoprire sempre qualcosa di nuovo di me, a non annoiarmi e non annoiare. Il mio motto è: il meglio deve ancora venire».