“Mi viene da ridere, per potersi abbracciare sulla scena gli attori forse devono fare gol!” E’ con amara ironia che Gigi Proietti ricorre a una metafora calcistica per sottolineare le difficoltà per gli attori di dover recitare, in tempo di Covid, a distanza di sicurezza, senza toccarsi e con le mascherine sul volto. L’attore lancia questa battuta provocatoria alla presentazione della stagione del suo Silvano Toti Globe Theatre, che pur tra grandissime difficoltà riapre i battenti il prossimo 29 luglio tra il verde di Villa Borghese a Roma, dove proporrà fino al 27 settembre un ricco cartellone shakespeariano. Per la massima sicurezza i posti sono stati ridotti da 1200 a 400, ogni settore del teatro avrà un proprio accesso, non più di due o tre attori per camerino, misuratore di febbre per tutti.
Grazie al sostegno del Comune di Roma e della banca BPM, unico sponsor privato che non si è tirato indietro, e alla preziosa collaborazione con l’Accademia d‘arte drammatica Silvio D’Amico, il Globe ospiterà una nuova versione de I due gentiluomini di Verona con le musiche di Nicola Piovani e la traduzione originale del compianto Vincenzo Cerami, che servirà agli studenti come trampolino di lancio verso la professione di attore. L’inaugurazione della stagione sarà affidata al poemetto Venere e Adone, che Shakespeare scrisse durante la pestilenza cinquecentesca, seguito da Sogno di una notte di mezza estate, che Proietti considera il portafortuna del delizioso teatro elisabettiano da lui voluto e diretto, le divertenti Opere complete di Shakespeare in 90 minuti, e ancora Shakespea Re di Napoli di Ruggero Cappuccio, poi immancabile La dodicesima notte. Il sabato e la domenica mattina il teatro apre ai bambini dai 4 agli 11 anni con il Riccardino Terzo e Le tre streghe di Macbeth.
Proietti non nasconde le grandi difficoltà che attanagliano ogni forma di spettacolo, augurandosi che le istituzioni curino maggiormente i teatri di produzione, magari detassandoli. “Spesso le sinergie tra pubblico e privato possono funzionare- azzarda -. Il teatro non è un business e non può essere considerato al pari di una impresa come le altre, i costi sono pazzeschi, soprattutto per le tournée. La gente va educata ad andarci, non è come andare allo stadio, va rivisto tutto se si vuole continuare e lasciare qualcosa alle nuove generazioni”.