Un emozionante e coinvolgente viaggio a novanta gradi tra Urbino, Milano, Firenze, Roma per raccontare storia, vita, opere di Raffaello. La prima opera cinematografica sul Principe delle arti, realizzata da Sky, Musei Vaticani e Nexo Digital, in collaborazione con Magnitudo Film, approda al cinema in 3D solo il 3, 4 e 5 aprile, realizzata dal regista Luca Viotto da poco scomparso . Nei panni dell’artista urbinate l’attore Flavio Parenti, accompagnato da Angela Curri (l’amata Fornarina, ritratta nel celebre dipinto), Enrico Lo Verso (l’artista Giovanni Santi, padre di Raffaello), Marco Cocci (Pietro Bembo), seguiti dalla voce narrante di Riccardo Niseem Onorato.
Per il quarto spettacolare film d’arte prodotto da Sky, riconosciuto di interesse culturale dal ministero, sono serviti diciotto mesi di lavoro tra preparazione, riprese e post produzione, un team di oltre 100 persone, 200 ore di girato in oltre venti siti d’arte trasformati in set, 40 costumi realizzati su misura da Maurizio Millenotti, centinaia di oggetti di scena per arredare la scenografia di Francesco Frigeri. 70 opere trattate, di cui più di 40 di Raffaello, illustrate dagli storici dell’arte Antonio Paolucci, Antonio Natali, Vincenzo Farinella con il suggestivo accompagnamento musicale di Matteo Curalbo. La tecnologia 3D e 4K con carrelli, bracci, elicotteri e droni, permettono un’ immersione totale nelle opere dell’artista.
Vissuto dal 1483 al 1520, Raffaello Sanzio riuscì in soli 37 anni di vita a lasciare un segno indelebile nella storia dell’arte. Rimasto orfano a otto anni della madre e a undici anche del padre iniziò appena diciassettenne il glorioso e inarrestabile percorso durato solo due decenni ma contraddistinto da straordinari incontri umani con grandi maestri, Papi, potenti. Un’esistenza intensa e passionale che il film ripercorre dai primi passi ad Urbino, alla giovinezza a Firenze, al grandioso capitolo romano apice ed epilogo della sua vita artistica.
A soli diciassette anni realizza il celebre Sposalizio della Vergine con cui supera il maestro Perugino. Segnato dagli incontri fiorentini con Michelangelo e Leonardo, approda in Vaticano dove nel 1519 realizza i sette arazzi esposti sotto la volta della Cappella Sistina affrescata da Michelangelo prima del Giudizio Universale.
Il suggestivo viaggio si conclude al Pantheon, dov’è custodita la sua tomba.