“Cha cha cha”, dal 20 giugno nelle sale
I panni sporchi si lavano… al cinema. Marco Risi lo fa col film Cha Cha Cha, nelle sale dal 20 giugno con 01. Un thriller ambientato in una Roma cinica e grigia, che rimesta nel torbido di un’Italia corrotta e senza scrupoli, con Luca Argentero investigatore privato, Claudio Amendola ambiguo poliziotto, Eva Herzigova la “pupa” del politico potente e corrotto Pippo Delbono e Marco Leonardi nei panni di un fotografo invischiato in storie di trans, cocaina, ricatti e intercettazioni.
Il regista, a quattro anni da Fort Apache, è voluto tornare al film di genere, mischiando il thriller, il cinema di denuncia e la commedia nera all’italiana. L’ha ambientato in una Roma “scivolosa”, meno surreale di quella ritratta da Sorrentino ma ugualmente squallida, vuota, triste, piena di riferimenti alla realtà dove, per coprire appalti e traffici illeciti di una certa classe agiata e marcia che guida il paese, si arriva persino a sacrificare una giovane vita.
Le indagini dell’ex poliziotto Corso (Argentero) partono dalla morte di un sedicenne in un apparente incidente stradale. Lo stesso giorno viene ritrovato il cadavere di un ingegnere che avrebbe dovuto dare il via all’appalto per un mega-centro commerciale nei pressi dell’aeroporto. I due fatti non sembrano collegati. Ma non è così. Michelle (Herzigova), la madre del ragazzo, ex attrice legata al potente avvocato Argento (Delbono) che lavora nell’ombra e decide le sorti del Paese, lo ingaggia per far luce. Intorno a loro ruotano l’intercettatore, il fotografo degli scandali e soprattutto l’ambiguo ispettore Torre (Amendola), ex collega di Corso che indaga ufficialmente sugli stessi casi. Scavando negli affari dell’avvocato e scontrandosi con il lavoro della polizia, la ricerca di Corso diventa sempre più pericolosa, tra agguati, inseguimenti e scontri fisici. C’è anche un suo nudo integrale, ma nulla di erotico, è la sequenza più violenta del film, con un mega pestaggio.
Risi ha scritto la sceneggiatura con Andrea Purgatori e Jim Carrington e ha scelto una Roma dalle tinte cupe, cinica, equivoca, per raccontare i lati oscuri di questo nostro Paese, gli affari sporchi e la complicità tra potere e criminalità. «L’atmosfera è quella dei gialli anni ’40 ma in una Roma di oggi, che poi è l’Italia di oggi, dove il potere ha un lato occulto che il film cerca di esplorare attraverso lo sguardo dell’ investigatore privato Corso, un tipo alla Marlowe – spiega Risi –. Un uomo solitario, attento ai particolari in modo maniacale. Una sorta di ‘romantico’ che vive con un cane a cui manca una zampa, in contraddizione con la società estetizzante che ci circonda. Uno che cerca di cambiare le cose, che vuole arrivare alla verità ma è l’unico pulito in un mondo di corrotti. Il riferimento a Raymond Chandler è naturale – conferma -, la sua letteratura mi ha sempre affascinato».
Da tempo voleva tornare al film di genere: «E questo è un thriller dalle atmosfere noir, con l’eroe, la bionda e i cattivi. Avevo voglia di un film così, penso sia il modo migliore per raccontare una fetta di questo paese, senza tanti moralismi. Il mio cha cha cha ha poco a che vedere con il ballo spensierato degli anni ’60: è un ballo all’italiana, dove si fa un passo avanti e due indietro».
Argentero sperava da tempo di poter interpretare un supereroe: «Ma ero consapevole che in Italia sarebbe stato difficile -dice l’attore -. Corso è un eroe umano e i suoi poteri sono la moralità e l’onore, l’amore per la verità e la tenacia nel non voler consegnare la sua vita e il suo paese in mano a chi calpesta ogni giorno le nostre leggi e le nostre coscienze». Amendola è perfetto nei panni di un poliziotto dal volto ambiguo: «Non si capisce mai bene da che parte stia davvero – spiega l’attore romano -. Un personaggio doppio, che si svela poco a poco, con un finale davvero sorprendente».
Per Eva Herzigova Risi aveva in mente una bionda alla Hitchcock: «Una via di mezzo tra Grace Kelly e Kim Basinger – spiega -. Il fatto che fosse straniera mi sembrava una scusante in più per come viene trattata dal quel sordido avvocato». «Il mio lavoro di modella richiede anche il saper interpretare e questo ruolo era davvero impegnativo – aggiunge lei, per la prima volta protagonista in un film -. Vivo in un mondo fatto principalmente di sola immagine e le emozioni sincere, gli affetti e la trasparenza mi aprono il cuore. Risi mi ha rivelato il suo mondo senza timori, non ha mai cercato di darmi indicazioni, solo un piccolo spunto su cosa doveva succedere in quella o quell’altra scena. Sapeva che le emozioni che cercava erano già tutte dentro di me».