Può sembrare strano il connubio Fiarmonica-Rock ma la musica classica ha ormai sovvertito le regole, tanto da riprendere i fili del Rocky Horror Show, il leggendario musical di Richard O’Brien e presentarlo dall’1 al 6 novembre al Teatro Olimpico di Roma per la stagione dell’Accademia Filarmonica Romana. Fra gli spettacoli più amati e applauditi di sempre, musical fra i più audaci degli ultimi cinquant’anni, ha sedotto con la sua trasgressività intere generazioni di spettatori, conquistando anche i benpensanti più integerrimi e trasformandoli in devoti fan con corsetto e calze a rete.
Ha viaggiato in più di 30 paesi, tradotto in più di 20 lingue, con una versione cinematografica nel ’75, torna in Italia con la regia dell’inglese Christopher Luscombe. Nel cast inglese troviamo Kristian Lavercombe, Haley Flaherty nel ruolo di Janet, Stephen Webb (Frank), Richard Meek (Brad), Ben Westhead (Rocky), Suzie McAdam (Magenta), Darcy Finden (Columbia).
A loro si unisce nel ruolo del Narratore il poliedrico, ironico attore Claudio “Greg” Gregori. “Vidi questo musical ventenne, nel lontano 1983. Mi colpì molto per la straripante carica di energia e gioia esplosiva che riusciva a trasmettere. È eccessivo, didascalico, lineare e sopra le righe – ricorda Greg -. In questa decade così frantumata, ipocrita, rigida e ottusa in cui la trasgressione è scimmiottare in modo trash ciò che fu fatto meglio, quest’Opera aggredisce ancora con entusiasmo i gotici pudori di uno status quo malsano e bigotto. Ancora stupisce per le liriche oltraggiose, per gli ammiccamenti e per le battute caustiche. Ancora scortica la sensibilità dell’uomo medio e gli urla che prima di giudicare qualcosa bisogna viverla”.
“Dirigo questo spettacolo dal 2006, è una festa come se fosse il primo giorno – spiega Luscombe -,è un’opera classica che parla a tutte le generazioni”.
La storia del Rocky Horror Show inizia con una piccola produzione teatrale a Londra, scritta da Richard O’Brien per tenersi occupato mentre cercava lavoro come attore. Era il 16 giugno 1973, il luogo un piccolo teatro sperimentale di soli sessanta posti, il Royal Court Theatre Upstairs. “Una mostruosa ragnatela di mutanti folli, docili travestiti e mostri muscolosi…” così venne descritto all’epoca il musical che si stava affacciando dirompente sulla scena teatrale londinese. Il successo fu tale che ben presto si creò un mercato nero di biglietti; la produzione decise quindi di spostare lo spettacolo al King’s Road Theatre dove continuerà a registrare il tutto esaurito fino al 1974, data poi del debutto americano.
Uno spettacolo che ogni sera si rinnova, grazie alla partecipazione attiva di tutti quegli appassionati che in teatro si presentano con travestimenti a tema, recitano, cantano e danzano lasciandosi trascinare da successi senza tempo come SweetTransvestite, Damnit Janet e Time Warp.