Rosy Canale porta in teatro la sua bellissima storia, tragica e positiva. Quarant’anni anni, imprenditrice, nata a Reggio Calabria dove gestisce con grande successo la discoteca-ristorante Malaluna, nel 2004 paga cara la sua ribellione alla ‘ndrangheta e subisce un violento pestaggio, punizione esemplare per aver impedito di spacciare droga nel suo locale. Dopo 2 anni di riabilitazione Rosy si trasferisce a San Luca e avvia la sua rivoluzione pacifica fatta di legalità e condanna della violenza lavorando come volontaria nella scuola media. Qui fonda il Movimento delle Donne di San Luca dove si ritrovano madri, sorelle, mogli e figlie toccate da lutti di ‘ndrangheta, per creare possibilità lavorative e culturali in un territorio ad altissima penetrazione mafiosa.
“La violenza ha cambiato la mia vita in maniera drastica – dice Rosy-. Il mio nome poteva essere nella lista delle vittime della ‘ndrangheta, ma io non sono morta”. E ora racconta la sua storia nei teatri italiani con un evento intitolato Malaluna – Storie di ordinaria resistenza nella terra di nessuno, regia di Guglielmo Ferro, musiche di Franco Battiato. La tournèe è partita con un’anteprima a Soverato e dopo il grande successo al teatro Franco Parenti di Milano arriva a Roma, al Teatro Vittoria il 9 dicembre. Prosegue poi per Varese, Trieste, Modena, Bologna, Torino.
Rosy Canale è attualmente un punto di riferimento per la cultura della legalità. Ha ricevuto la Medaglia di Rappresentanza dal Presidente della Repubblica;
ha partecipato ad Assisi al meeting mondiale 21 Minuti per spiegare la sua filosofia per cambiare il mondo. E’ stata alle Nazioni Unite a New York per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne all’ interno del progetto di Serena Dandini ‘Colpite a morte’.
Il 7 dicembre a Roma, presso la Protomoteca del Comune, riceverà il Premio Paolo Borsellino per la sua cultura della legalità. Un premio già ricevuto, tra gli altri, da Dario Fo, Franca Rame, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber.