Il tormentone Sanremo è partito in edizione speciale patriottica. La prima serata, impreziosita dalla presenza all’Ariston del Presidente della Repubblica Mattarella, (prima volta di un nostro Capo di Stato al Festival), sottolineata dalla lettura di Benigni della nostra settantacinquenne Costituzione e dal canto di Morandi col pubblico dell’Inno di Mameli. Mancava la fanfara a chiudere il quadretto, aperto dall’abbraccio di Amadeus al suo prezioso “assistente” Morandi. Un attimo di silenzio per la tragedia sismica turca, un lungo applauso al Presidente e figlia affacciati al palco e poi tutti a cantare Fratelli d’Italia. Il patron della kermesse canora ringrazia Mattarella per la sua presenza in sala che sottolinea l’interesse istituzionale per il mondo dello spettacolo e apre il palco al folletto toscano Benigni. Che cazzeggia alla sua maniera sul quarto mandato festivaliero di Amadeus poi dice: “La musica leggera è la nostra storia sentimentale, la Costituzione è un’opera d’arte, ci fa sognare. A scriverla, sottolinea, anche Bernardo Mattarella, papà del presidente. Va amata”.
Dopo questo tributo alla Nazione inizia la gara con Anna Oxa che scende lo scalone addobbata alla Morticia. Ma la Femme piu attesa è lei: l’influencer più influente: Chiara Ferragni con scialle che mostra la scritta Sentiti Libera. Salamelecchi sdolcinati a gogo verso i due conduttori, e poi qua e là qualche canzone della gara. Un grande show, da Pelù in piazza ai Pooh coi loro ricordi di mezzo secolo di carriera. I concorrenti spariti nella mischia. Già un’impresa capire le parole delle canzoni in gara, ritmo generale moscio, dopo tutto quel cancan di mesi, ci si aspettavano scintille. Neppure la Ferragni similnuda che legge una melensa letterina neofemminista indirizzata e lei bambina, risveglia dal torpore. Anzi, concilia il sonno, turbato dalla speranza ancora frustrata di ascoltare solo le canzoni del festival.
Speriamo aggiustino il tiro dalla seconda serata.