“Nella scelta degli attori è tornata la meritocrazia”. Lo sottolinea convinta Vanessa Scalera che con la sua bravura ha contribuito al grande e meritato successo della fiction Imma Tataranni, che torna con quattro nuove puntate su Rai 1 da lunedì 25 settembre in prima serata. Un successo dovuto anche all’ottima scrittura, all’ottimo cast, alla bravura del regista Francesco Amato affiancato in questa terza serie da Kiko Rosati.
Di quello che avverrà nei nuovi episodi c’è il segreto assoluto, poco esce dalle bocche dei protagonisti alla presentazione nella sede Rai di viale Mazzini. Un po’ di coma ma niente dipartita per il bell’assistente Calogiuri (Alessio Lapice), ferito nell’ultima puntata andata in onda. Bocche cucite anche sull’evoluzione delle crisi col coniuge (Massimiliano Gallo), genitoriale e professionale col procuratore capo (Carlo Bucirosso) della tostissima e pur fragile sostituto procuratore materano, affiancata stavolta nelle indagini dalla fida cancelliera Diana (Barbara Ronchi). Un variegato personaggio, nato nelle pagine cartacee di Mariolina Venezia, che ha perfettamente adattato per la tv questa donna non giovanissima e non bellissima, incorruttibile, implacabile, dissacrante ma di grande umanità e graffiante ironia, capace di risolvere i casi più intricati grazie a una prodigiosa memoria e a metodi spesso poco ortodossi.
I segreti cominceranno a dipanarsi sul piccolo schermo da lunedì, per continuare a ingarbugliarsi nelle prolifiche penne degli ottimi sceneggiatori, già all’opera per sviluppare la successiva quarta serie.
Parla invece a ruota libera Scalera, di quanto questo ruolo le abbia cambiato la vita professionale, e non solo. “Non manca certo il talento agli attori italiani, ma aver affidato a una quarantenne ignota una serie così importante mi rende ottimista – racconta l’attrice che a gennaio tornerà in teatro -. La popolarità mi fa sentire più libera nelle scelte di lavoro, la fatica fatta finora è finalmente ripagata: guadagno pure un po’ di soldi, posso farmi qualche regalo”. Ormai considera Imma come un’amica: “Le ho donato una certa mia malinconia, un certo disagio che provo nello stare al mondo – confida -, ma devo stare attenta a non appisolarmi, devo guardare sempre oltre il personaggio, deve sorprendermi sempre, non devo replicarlo ma cercare sempre nuovi spunti. Veder recitare bene i miei compagni di viaggio mi fa star bene, il regista è il mio guardiano”.
E lui replica così: “La funzione principale del regista in una fiction ormai tradizionale è sottrarre attori e troupe al rischio della routine, cambiando prospettiva, non piegandosi alla banalità, alla ripresa anonima – spiega Amato -. Cerco di stimolarli a non dare nulla per scontato, mi aspetto invece che tutti mi propongano cose nuove e sorprendenti. Si può dire che Imma sia diventata adulta. Eppure il progetto Tataranni resta sempre dinamico, pieno di sorprese, grandi amori, intuizioni improvvise, cambi di programma, ispirazione che ti viene lì al momento e cancella una pianificazione di settimane che pareva consolidata”. Rosati, iI collega che stavolta lo ha affiancato aggiunge: “Ho trovato molto stimolante spaziare tra commedia, crime e family, un intreccio di emozioni diverse da far convivere e funzionare, grazie anche alla scrittura, ormai rodata e sempre precisa”.