Dal 18 novembre in 250 sale
Ma quanto è difficile oggi fare i padri? Un ruolo in crisi, che ha perso identità. La rinascita di un uomo e di suo figlio arriva col delizioso film Scialla! (stai sereno), diretto da Francesco Bruni, con Fabrizio Bentivoglio, Barbora Bobulova, Vinicio Marchioni e la rivelazione Filippo Scicchitano. Per il suo debutto dietro la cinepresa Bruni, sceneggiatore preferito di Virzì (e non solo), ha scelto una commedia “scialla”, appunto, (espressione giovanile che vuol dire: stai sereno,’va tutto bene), che ha conquistato Venezia vincendo Controcampo italiano e sicuramente sarà apprezzata anche nelle sale.
Un piccolo film lento, spiega l’autore, sul modello di Lost in translation, dai ritmi rilassati. Una sorta di Pinocchio moderno che avvicina un padre e un figlio che non si conoscono, entrambi a loro modo borderline, costretti a una convivenza forzata che servirà a far comprendere molte cose l’uno dell’altro. Bruno (Bentivoglio) è un ex professore trasandato e scrittore fallito, che trascina la propria esistenza dando svogliatamente ripetizioni e scrivendo incolori biografie di vip.
Quando una sua ex, trasferita per qualche mese all’estero per lavoro, gli affida il figlio ribelle rivelandogli che lui ne è il padre, Bruno dovrà vincere le proprie paure e imparare un mestiere che non gli è proprio congeniale. «C’è una buona dose di ispirazione a vicende personali -ammette Bruni -. A un certo punto della mia vita ho capito che fare il padre non significa solo essere amico ma anche imporsi, dare dei limiti. Nel film Bentivoglio si deve guadagnare l’affetto e il rispetto del figlio. I giovani oggi sembrano smarriti, dubbiosi sul loro futuro, sono la prima generazione che si troverà peggio dei genitori».
«Il mio personaggio in comune con Geppetto ha il terrore del ruolo paterno – gli fa eco Bentivoglio -, un sentimento comune ai papà incapaci di dire di no». Il tema del rapporto padre-figlio ha come cornice la scuola. «Un punto di contatto fra classi sociali e etnie, laboratorio di convivenza, di crescita personale e civile – spiega l’autore -. Ho messo al centro del film il processo educativo di un ragazzo difficile e il suo inesistente rapporto con la cultura, che il padre scardinerà».
Barbora Bobulova è un’ex pornodiva slava che vuole ripulire la sua immagine pubblicando una biografia autorizzata e affidandone la scrittura all’amico professore. «Sono anni che cerco di togliermi l’accento dell’est, non volevo tornare indietro – confessa l’attrice -. Ma letto il copione mi sono innamorata di questo ruolo pieno di sfumature, di colori. Anche a me essere madre ha cambiato la vita». Per disegnare il personaggio del professore Bruni ha usato il modello Lebowski.
«Di padri si parla soltanto nelle cronache nere dei giornali – sottolinea -. Uomini allontanati da casa dalle mogli, spiazzati dal non essere più la parte forte della famiglia, avevo voglia di riscattarli». Se da un lato il padre aprirà la mente del figlio alla cultura sarà il figlio a salvare il padre, a farlo ringiovanire, mostrando altruismo e rispetto per lui. La vera sorpresa del film è il giovane Scicchitano. «Non pensavo proprio di fare cinema – racconta -, non era uno dei miei sogni nel cassetto. Sono andato per caso al provino, mi hanno scelto, col regista abbiamo costruito insieme il mio personaggio, rispecchia davvero la mia realtà».
«Mi piace questa storia perché ribalta in qualche modo la convinzione diffusa che tutto si fa per avere un’altra cosa in cambio – dice Bentivoglio -. E poi, come Enea con Anchise, sarà il figlio a salvare il padre, portandolo sulle spalle, o meglio, più modernamente seduto dietro, sul motorino».