C’è chi storce il naso di fronte al proliferare di film “giovanilistici”, commediole che portano sullo schermo spaccati di vita dei ragazzi di casa nostra e che hanno un grosso pregio: riportare finalmente folle di ragazzi nei cinema. Non importa se per sbavare e darsi di gomito mentre il loro idolo di turno alla Scamarcio compie prodezze sentimentali, o se per rispecchiarsi nei coetanei che interpretano spaccati della loro quotidianità: crisi sentimentali, scolastiche, familiari, rabbie, gioie, dolori, incertezze innescate da quell’ottuso e incosciente mondo di “grandi” che non si cura del loro futuro. Forse proprio per esorcizzare l’ansia i ragazzi tornano al cinema, e magari dopo questi film escono un po’ sollevati, meno soli. Ma insomma, chi dovrebbe raccontarli questi ragazzi se non il cinema che da sempre, grazie ai suoi tanti generi (molti dei quali semiscomparsi, guarda caso, stanno risorgendo) rappresenta la vita, presente, futura, passata? Non è certo in grado di farlo la tv che gli annacqua il cervello a suon di veline, di falsi reality pilotati, pompando l’immagine del bello a tutti i costi e dell’apparire? E allora ben vengano certe pellicole (purchè scritte, dirette e interpretate con serietà) che riempiono il “buco” tra i cartoni animati per bambini e i film per adulti e richiamano in sala quella sostanziosa fetta di pubblico saziata finora solo dai blockbuster stranieri zeppi di effettoni speciali. L’ultima in ordine di uscita è Scrivilo sui muri, scritta e diretta da Giancarlo Scarchilli con Cristiana Capotondi, Primo Reggiani, Ludovico Fremont, distribuito da Eagle Pictures, costato circa 3 milioni di euro, meno di una fiction. Una vicenda di amore e di amicizia, divertente e conflittuale, ambientata nel mondo dei giovani d’ oggi. Cristiana Capotondi è Sole, famiglia benestante e fidanzatino iperborghese, che per puro caso entra in contatto con questo mondo e fa innamorare due writers amici per la pelle: Alex (Primo Reggiani) e Pierpaolo (Ludovico Fremont).
Ottimo il cast con Daniele De Angelis, Mattia Braccialarghe, la cantante Dolceneraal primo film, Davide Silvestri, Anna Galiena, Luis Molteni, Yvonne Sciò, Stefania Orsola Garello, Claudio Bigagli, Claudio Botosso, Rodolfo Laganà. “L’idea del film – spiega il regista Giancarlo Scarchilli – è nata dal desiderio di indagare sul mondo “invisibile” dei writers. Tutti vedono i loro segni ma nessuno sa chi c’è dietro. Ho iniziato a fare delle ricerche e ho scoperto un universo inprevedibile e disomogeneo. Fra loro vi sono insospettabili rampolli di famiglie borghesi che frequentano con profitto la scuola, e insieme i rappresentanti di fasce sociali più disagiate, ragazzi che hanno alle spalle esperienze difficili e in qualche caso devastanti. Ho capito che i loro segni non sono altro che grida dell’anima, la sintesi di una società e di una cultura dove, se non appari e non lasci un segno visibile di te non esisti. Il film non vuole giudicare, ma solo comprendere. Il mondo dei writers racchiude sia artisti alternativi e creativi (alcuni dei quali ho ingaggiato come consulenti), sia ragazzi che manifestano il loro disagio per una società che non riconoscono.Il mondo dei writers è il contesto, lo sfondo sociale nel quale si svolge la storia. La cosa che più mi preme raccontare è lo smarrimento dei ragazzi che vedono sempre più come loro riferimento l’amicizia e l’amore e non la famiglia e la società.” ”Abbiamo attinto dalla realtà, non per incitare a seguire le nostre orme ma per far riflettere – dice Cristiana Capotondi -. Spero che gli adulti vadano a vedere il film per capire di più sui giovani, imparare a parlare con loro.Dietro ogni eccesso c’è un richiamo d’attenzione, la necessità di trovare punti di riferimento, non esiste una moralità assoluta. Io avevo idee chiare sul mio futuro, avere una passione è il motore di una vita sana e equilibrata” sostiene la giovane, promettente attrice romana che presto vedremo anche nei film I Viceré e Come tu mi vuoi.
di Betty Giuliani