Provate ad immaginare Sir Michael Caine ed il giovane e fascinoso Jude Law chiusi all’interno di una casa futuribile e tecnologica per dar vita ad uno scontro frontale nel nome di una donna invisibile. Il risultato è un ottima pellicola diretta da un Kenneth Branagh ispirato ed interpretato da due attori in vena di istrionismo artistico. Tutto prende vita proprio dalla volontà di Law e Simon Halfon di portare nuovamente sullo schermo Gli insospettabili, diretto a suo tempo da Joseph Mankiewiczt ed interpretato da Laurence Oliver e da un giovane Michael Caine. “ Simon aveva visto Gli Insospettabili e me lo aveva descritto come un’opera basata su un idea semplicissima – sostiene Jude Law per l’occasione attore e produttore – Anche se il film originale era stato realizzato magnificamente, lui riteneva comunque che potesse evolversi in qualchecosa di più moderno e che ci fossero tanti territori inesplorati presenti nel nucleo della storia. Così, l’idea si è fatta strada nella mia testa. Ma il momento in cui il progetto è partito veramente è stato quando qualcuno mi ha chiesto chi ritenevo fosse adatto in quel momento, ed è venuto fuori il nome di Harold Pinter” E proprio al premio Nobel per la Letteratura si deve l’intelligenza di una sceneggiatura vivace e particolarmente impegnativa per i due interpreti, tanto da richiedere un costante lavoro di preparazione prima dell’inizio delle riprese.” E’ stato un privilegio veder lavorare questi due ragazzi – continua ridendo Branagh – osservare la loro abnegazione e l’impegno con cui cercavano la giusta interpretazione è stato quasi emozionante.” Dai complimenti del sempre ironico e britannico Caine e dall’allegria generale che accompagna l’intera compagnia si deduce quanto piacevole sia stata la realizzazione di questo nuovo Sleuth. Nuovo perchè, lungi dal parlare di remake, la storia diretta da Branagh prende le distanze dal suo predecessore ed acquisisce un nuovo imput generato anche da un ritmo sostenuto e di maggior action. “ Ho già dichiarato che non avrei mai più realizzato un remake e non mi sono certo smentito con questo film – chiarisce Caine – Partiamo da un punto di vista diverso Il fulcro è lo scontro tra due uomini, ma da qui ci avviamo lungo terre inesplorate arrivando al massimo dell’ambiguità.” La gelosia per la medesima donna è un semplice spunto narrativo che con grande facilità abbandona la centralità della storia per posizionarsi sullo sfondo e lasciare libero spazio ad una guerra di egocentrismo ed edonismo all’ interno della quale i contendenti si affrontano esaltati dal puro ed insufficiente gusto dello scontro all’ultimo sangue. A dettare il ritmo di questo face to face tra due generazioni una trama di dialoghi ricchi e significativi che non rallentano il ritmo della vicenda ma, quasi inaspettatamente la caratterizzano di un ritmo sincopato e costante. Attraverso spostamenti veloci all’ interno di uno spazio che sembra essere costruito come un palcoscenico ma che fugge dalla staticità teatrale, Caine e Law danno vita alla danza demonica di una strana coppia che vorticosamente si dirige verso la spirale di un epilogo che definire inaspettato è veramente poco.
di Tiziana Morganti