Una presa diretta, senza filtri, sulla scuola, vissuta dai ragazzi protagonisti assoluti di L’acqua, l’insegna la sete- Storia di Classe, il film documentario di Valerio Jalongo, nei cinema il 22, 23 e 24 novembre,distribuito da Desir. Un video diario che nasce come progetto didattico, con 150 ore di filmati realizzati in 5 anni di riprese nel corso di 15 anni, che il regista ha conservato gelosamente, in cui è documentato ogni aspetto della vita scolastica. “Tutti avrebbero diritto a una scuola che dà modo di crescere per poter poi scegliere oculatamente cosa fare da grandi” sostiene giustamente Jalongo. E a dargli ragione, mentre presentava il film a Roma, migliaia di giovani sfilavano in corteo verso il ministero dell’ Istruzione per rivendicare, a gran voce e a buon diritto, una scuola finalmente a loro misura.
“La scuola è ancora ottocentesca – continua Jalongo -, pensa a una società che non corrisponde a quella reale e questo crea rabbia e frustrazione nei ragazzi. Promette e poi non mantiene”. “E’ anche Settecentesca con l’ideale dell’educazione su misura, poi diventa militaresca, poi democratica, ma fa sempre le nozze coi fichi secchi” aggiunge il professor Gianclaudio Lopez, protagonista con i ragazzi del film.
Il regista ha scelto sei protagonisti tra chi aveva voglia di farsi raccontare, tra cui Jessica. “Vedendo il film ho pianto, affronta cose pesanti in modo leggero –confida -, la scuola ti apre la strada, ti aiuta a crescere”.
Il racconto prende le mosse quando Lopez, un professore in pensione, ritrova in un vecchio giornale di classe una struggente poesia di Emily Dickinson che in pochi versi rivela come la vita ci insegni il valore delle cose. Lopez ha conservato tutto di quella classe (la 1ª E dell’istituto Roberto Rossellini di Roma): compiti, temi, e il video diario girato insieme ai ragazzi quindici anni prima. Tanto lavoro e buona volontà, eppure molti ragazzi di quella classe avevano abbandonato prima del tempo, non avevano mai preso un diploma. Un’amara sconfitta per la scuola e per chi ci si era dedicato con passione.
Sull’onda di quella poesia e dei suoi ricordi, il prof. Lopez sente il bisogno di sapere cosa è rimasto di quegli anni passati insieme, e parte così alla ricerca dei suoi alunni, che oggi sono ormai dei “vecchi” trentenni. Porta loro in dono i temi che ha conservato. Rileggendoli insieme, riaffiorano confessioni, storie, momenti di scuola… nel corso degli anni non tutto è andato per il verso giusto: ci sono stati momenti drammatici, sconfitte, delusioni.
Il prof scopre che nessuno dei ragazzi fa il mestiere per il quale la scuola lo aveva preparato. Ma scopre che ognuno di loro è cresciuto in una direzione diversa e imprevedibile, trovando in se stesso le risorse per reinventarsi: Yari, Jessica, Lorenzo, Gianluca, Corinna, Alessio… A poco a poco emerge un ritratto intimo sul destino di ognuno, e la storia di una classe fra tante, che a volte sembra inseguire i versi di una poesia.