Sequel dell’omonimo del 2002 ed uscito in Italia con un po’ di ritardo, The Eye 2 non delude le premesse nell’efficacia delle atmosfere pur perdendo in struttura narrativa rispetto al primo episodio. I fratelli Pang, che hanno iniziato a girare film in coppia proprio con The Eye,e oggi alla loro terza esperienza insieme, riprendono il tema del “ghost-movie” ponendone al centro anche in questo caso una giovane donna. È la storia di Joey (Qi Shu), scampata alla morte dopo aver ingerito una forte dose di tranquillanti e che, dopo l’evento, inizia ad avere visioni sempre più inquietanti. Proprio quando la donna decide di iniziare una nuova vita scopre di essere incinta. Confusa, tenta di ristabilire un contatto con Sam l’uomo che l’ha respinta e per il quale ha commesso il tragico gesto, ma questi continua ad evitarla. Tormentata dal pensiero di un aborto necessario, Joey, in preda a una nuova instabilità emotiva, si trova perseguitata da strane presenze. È un horror “gastrico” quello confezionato dai visionari gemelli di Hong Kong, dove il susseguirsi di partorienti e feti, corpi straziati e spiriti persecutori denota un’intenzione volta al puro e semplice spavento, un gesto manieristico da mestierante privo di qualsiasi velleità innovativa o fregio stilistico, che spesso si traduce in vero e proprio “fastidio” visivo. Penombre e volti stralunati, sangue e situazioni claustrofobiche (si ripete come in The Eye l’efficace scena dell’ascensore con spirito svolazzante) riescono a colpire lo spettatore, supportati da un reiterato e stordente effetto sonoro e da una base di percussioni pure miste a tappeti elettronici molto semplici.
Inevitabile seguire la scia di successo del primo episodio ed anche quella certa tendenza hollywoodiana a dare ai titoli dei sequel il risultato dell’espressione “(The) x+1”. In effetti il titolo in questo caso rimane l’unico nodo connettivo con il primo capitolo. Togliendo il fatto che al centro della vicenda c’è una donna che vede fantasmi, il resto non ha nulla a che fare con The Eye anche e soprattutto sotto un profilo stilistico. Qui, alla passione per i fantasmi già espressa dai Pang nell’interessante Bangkok Haunted(film mai uscito in Italia), si unisce un filone che ha prodotto in Oriente ben tre film nel giro di tre anni. Dal sud-coreano Unborn But Forgotten del 2002 al thailandese The Unborn del 2003, l’horror orientale sembra interessarsi alla contrapposizione vita/morte espressa nel conflitto visivo tra trapassato e nascituro e il risultato è uno scopiazzamento generale dal quale non si esenta il nostro The Eye 2 (invitiamo ad un confronto tra la foto in alto dove è rappresentata una scena di The Eye 2 con la locandina di Unborn But Forgotten in basso). Pur non brillando dunque per originalità, The Eye 2 riesce comunque ad intrattenere lo spettatore entro i limiti di una sola serata, con la raccomandazione di vederlo con un buon sistema surround e di sconsigliarlo alle donne in dolce attesa.
di Alessio Sperati