L’estate è il periodo ideale per proporre al pubblico italiano (o quel che ne resta) qualche prodotto di genere di cinematografie inconsuete, come quella australiana o, come in questo caso, neozelandese: abbiamo già ammirato (si fa per dire) il grottesco Undead dei fratelli Spierig, ora gustiamoci questo The Locals dell’esordiente Greg Page. Di livello maggiore si preannuncia il prossimo Wolf Creek che però le distribuzioni si guardano bene dal fare uscire ora e per il quale dovremo attendere il mese di ottobre. The Locals è interamente ambientato in Nuova Zelanda, tra Auckland e Waikato e narra di un pericoloso viaggio intrapreso da due amici, Grant e Paul (John Barker e Dwayne Cameron) alla ricerca della riviera giusta dove praticare un po’ di surf e rimorchiare qualche bella ragazza. I due hanno un incidente lungo il percorso (un inizio che ha fatto la fortuna di un genere da Non aprite quella porta a Wrong Turn) e sono costretti ad abbandonare il loro veicolo per cercare aiuto.
Il film si trasforma in un inseguimento serrato e in una fuga da luci e bagliori che squarciano il buio in un’atmosfera che, un po’ per la fotografia non sempre all’altezza, un po’ per la carenza di mezzi, difficilmente rischia di spaventare lo spettatore. Gli abitanti del luogo, minaccia fondamentale del film, in realtà rimangono nel numero di quattro o cinque per quasi tutto il film – prima della scena finale – e l’unico ad avere un certo peso nella storia è il personaggio interpretato da Peter McCauley. Molte cose in The Locals potevano essere rese in modo migliore, e le sorti per un film come questo, tecnicamente realizzato in modo piuttosto scadente, forse anche per l’inesperienza del suo cast, sono piuttosto incerte.
di Alessio Sperati