Torna la maledizione in VHS di Samara Morgan, vera pioniera della TV interattiva, che ora non aspetta più neanche i famosi sette giorni per uccidere con il suo testamento mediatico. Ma come il formato VHS ha lasciato il posto al più moderno DVD, così l’idea di base aveva bisogno di rinnovare la sua veste. La produzione ha pensato bene, per il sequel del campione di incassi del 2002, di lasciare a casa Gore Verbinski (in realtà lo stesso era impegnato sul set di The Weather Man) e di chiamare il responsabile della prima trasposizione cinematografica dei romanzi horror di Koji Susuki, Hideo Nakata, già regista dei nipponici Ringu e Ringu 2. Pensando però al fatto che di film sulla bambina del pozzo ormai ce ne siano in giro ben cinque, senza contare la serie tv, Rasen (da noi arrivata come The Spiral), ci rendiamo conto di come non ci fosse la necessità di ulteriori approndimenti; siamo anche ben certi che il desiderio di dare un seguito ad un film che incassa 230 milioni di dollari in tutto il mondo debba essere troppo forte per qualsiasi produttore. E allora eccoci sei mesi dopo gli eventi terrificanti che hanno sconvolto la vita di Rachel Keller (Naomi Watts) e del piccolo “faccia-di-pietra” Aidan (David Dorfman). Madre e figlio hanno lasciato la loro casa di Seattle per sfuggire agli ossessionanti ricordi di Samara e del maledetto video. Trasferendosi nella piccola comunità costiera di Astoria, nell’Oregon, Rachel e Aidan sperano di iniziare una nuova vita, ma quando sulla scena di un crimine avvenuto in zona viene rinvenuto un videotape, secondo un rituale fin troppo noto a Rachel, la giornalista comprende che Samara è tornata.
Ben inteso in The Ring 2 momenti di tensione non mancano anche se, consapevoli ormai della dinamica degli omicidi, gli stessi risultano ripetitivi e altamente prevedibili. Ad esempio quando un personaggio vede la cassetta e poi sparisce, è chiaro che ci si aspetta di ritrovarlo con la simpatica “espressione” sul viso e forse se non ci fossero i make-up del sei volte premio Oscar Rick Baker ogni ritrovamento non susciterebbe che sommesse risatine. Di grande effetto ci sembra la scena in cui madre e figlio vengono attaccati da un gruppo di cervi inferociti dove la brava Naomi Watts è sempre efficace nel trasformare un volto stupito in uno seriamente terrorizzato. Considerato nel suo complesso il film risulta un divertito esercizio di stile dove tutti gli elementi audio-visivi sono egualmente impegnati nel tentativo di creare atmosfere di terrore. C’è anche da sottolineare il fatto che The Ring 2 non è il remake di Ringu 2 ma un piccolo giochetto creativo di Nakata che si è voluto togliere lo sfizio di dare un secondo sequel al suo film, ma visto che The Ring 2 ha un finale che neutralizza il 40% dell’atmosfera che aveva creato prima, la scelta appare quanto mai infelice. Questo film rimane comunque un buon diversivo per amanti del genere, ma non spaventatevi se in voi il ricordo di Samara sarà svanito prima dei fatidici sette giorni…
di Alessio Sperati