Dal 23 gennaio nei cinema il nuovo film di Martin Scorsese
Si può simpatizzare con un giovane e rampante truffatore senza scrupoli, eccessivo con sesso e droghe, che accumula miliardi di dollari vendendo azioni tossiche a ignari clienti? Uno di quei tizi responsabili di aver adulterato il sistema finanziario americano creando la maxi crisi in cui tutto il mondo è poi rimasto invischiato? Pare proprio di sì vedendo il film di Martin Scorsese “The Wolf of Wall Street” nelle nostre sale dal 23 gennaio.
Leonardo DiCaprio si cala senza troppa perfidia nei panni di Jordan Belfort, il geniale e temerario broker, maestro nell’arte di spostare mucchi di soldi e creare felicità, autore dell’avventurosa e scandalosa autobiografia (pubblicata da Bur) cui si ispira il film coprodotto dall’attore (con Scorsese).
Una dark comedy contemporanea sull’alta finanza che ha già superato al botteghino i 100 milioni di dollari costati, che anche da noi richiamerà folle di spettatori fan dei due “mostri sacri” di Hollywood. Un film divertente e proprio per questo “immorale”, perchè per quasi tre ore fa schierare lo spettatore dalla parte di questo pericolosissimo moderno re Mida, trascinandolo con leggerezza e ironia nelle sue spericolate imprese. Senza giudicarlo, suscitando semmai simpatia nei suoi confronti e un po’ d’invidia per l ’enorme fortuna da lui accumulata. Nulla a che vedere col subdolo Michael Douglas protagonista del capolavoro di Oliver Stone (Wall Street) che invogliava a puntare il dito contro la sua estrema e mondialmente dannosa spregiudicatezza. DiCaprio, anche nelle azioni più estreme, invece di apparire come un esempio pericoloso da non emulare, suscita tenerezza, ilarità, invitando alla complicità. Si simpatizza anche con il suo mentore, lo strepitoso Matthew McConaughey, capo della società che da semplice telefonista lo promuove, aprendogli le porte verso l’ascesa. Azzeccati per i loro ruoli anche Jonah Hill, Rob Reiner e Jean Dujardin premio Oscar per The Artist.
“Il protagonista di questa storia mi sembrava un Caligola moderno – racconta DiCaprio, che come produttore ha lottato diversi mesi per realizzare il film -. Tra gli anni Ottanta e Novanta Wall Street non aveva regole, sembrava il selvaggio West. Jordan Belfort era uno di quei lupi che approfitta della mancanza di controlli per guadagnare una fortuna immensa”. L’attore era attratto dal suo totale candore verso gli eccessi. “La cosa affascinante di Jordan era l’assoluta onestà del suo comportamento sregolato – commenta -. Non ha cercato di difendersi, non voleva scusarsi della sua passione per la ricchezza e le folli dipendenze. Aver dovuto pagare un prezzo per tutto questo rende la sua storia meravigliosa”.
Prima di venir accusato di frode e riciclaggio e finire dietro le sbarre (22 mesi di detenzione e un periodo di riabilitazione in un centro per tossicodipendenti) Belfort guadagnavampiù di 50 milioni di dollari l’anno, conduceva una vita orgiastica (tra elicotteri, lo yacht di 50 metri appartenuto a Coco Chanel, prostitute di lusso, chili di cocaina), raccontata senza censure nel suo libro. Molti lo ritengono un gangster della finanza che ha provocato perdite disastrose ai suoi clienti. La rivista Forbes l’ha definito “una sorta di Robin Hood che ruba ai ricchi per dare a se stesso”. Oggi organizza seminari motivazionali.