L’inizio del film è al tempo stesso anche…la fine, cioè il titolo, “Ti spiace se bacio mamma?” è l’ultima frase del film. In questi anni di velocità che bruciano tutto rapidamente, 5 anni sono un’eternità. I miei più cari amici, nel 1998 appunto, l’ultima firma registica di Alessandro Benvenuti. Questo, cinematograficamente parlando, perché nel frattempo l’attività teatrale da autore, regista e interprete è proseguita come sempre prolifica e di grande qualità. Era accaduto come un amore finito male, quello con il cinema, che lo aveva allontanato da questo mondo. Però il loro, se non era stato un arrivederci esplicito, non era stato nemmeno un addio, nessuno aveva sbattuto la porta, così le rispettive strade si sono incontrate di nuovo.
Benvenuti lo ha definito “un esilio volontario, una lunga convalescenza” e da “regista convalescente” ha scelto un approccio soft per rientrare. Una commedia lieve ma non certo eterea, che ha la capacità e la sensibilità di far convivere leggerezza e una certa poesia con problemi del quotidiano anche molto duri. L’idea del film nasce da una esperienza personale dell’avvocato Giuseppe Grazzini, cognato dell’artista toscano e co-soggettista, che nelle funzioni di esecutore testamentario si è imbattuto in una faccenda grottesca e divertente. Su un primo impianto per un film tv, si è poi sviluppato il progetto per il cinema. Sandro (Alessandro Benvenuti), avvocato, mite, un po’ razzista, vive il suo spazio da single rotto dalle “incursioni” delle sue tre sorelle (Stefania Barca, Annalisa Favetti, Marina Massironi), non proprio rassicuranti, che hanno condizionato i suoi comportamenti. Sono stati tanto condizionati dal padre (Arnoldo Foà), incallito donnaiolo tanto da far morire di crepacuore la moglie, che lo stesso Sandro fugge dalle donne dopo appena un mese di frequentazione. Questi precari e apparenti equilibri familiari, nonché la vita ordinaria di Sandro, sono scompaginati dalla nuova colf ucraina, Lena (Natasha Stefanenko), che suscita reazioni contrastanti: l’invidia delle sorelle e l’infatuazione dell’anziano genitore. L’extracomunitaria, partendo dalla polvere della casa, prova a pulire dalle ragnatele anche il cervello del Nostro. Una conoscenza più profonda tra i due, aldilà delle interferenze e dei pregiudizi di coloro che circondano Sandro, è consentita da un affiancamento professionale, in quanto anche Lena è un avvocato nel suo Paese. Proprio questa verosimiglianza ha immedesimato Natasha nel personaggio: “conosco tante persone laureate dell’Est che si ritrovano a fare tutt’altro in terra straniera. Io stessa sono ingegnere metallurgico, ma in Italia la carriera mi ha portato su strade diverse”. Sinora aveva detto no ad altri film perché non si sentiva pronta, ora è protagonista di un duplice debutto, anche nel teatro con la commedia Motonave Cenerentola, scritta da Paolo Cevoli, Francesco Freyrie e Daniele Sala, per la regia di quest’ultimo. Ti spiace se bacio mamma? ci consegna una nuova attrice, brava, con una grande dedizione al lavoro, al senso di sacrificio per migliorarsi. A tale, sano rigore russo, usando le parole di Benvenuti si unisce “un magnetismo negli occhi, un carisma”. Per il tutt’altro che debuttante Arnoldo Foà l’ennesima prova di lusso, sostanza e qualità, un padre certamente differente da quello attualmente sugli schermi in Gente di Roma di Scola ma non meno efficace. E Benvenuti, che non si era preposto virtuosismi, bensì l’utilizzare la macchina da presa per rendere con linearità una storia semplice pur sottendendo problemi enormi. Se convalescenza era, è passata. In primavera un altro set ricomporrà l’alchimia Benvenuti – Stefanenko unitamente a Gianni Cavina.
di Riccardo Farina