Giuseppe Tornatore ha conquistato Assisi. Il regista premio Oscar per Nuovo Cinema Paradiso è stato il protagonista della XXXIII edizione di Primo Piano sull’autore – Rassegna del cinema italiano diretta da Franco Mariotti, organizzata dall’Associazione Amarcord con il Comune della Città di San Francesco.
Una settimana di proiezioni, incontri, dibattiti sull’opera del regista siciliano, che ha parlato a lungo della sua carriera nell’incontro con gli studenti del luogo, ai quali ha confidato: “Da spettatore non riguardo mai i miei film, li trovo pieni di difetti”. Non la pensano così critici, politici, produttori, amici, intervenuti in massa al convegno “Cinema, passione, sogno” a lui dedicato, che ha chiuso la rassegna nella splendida Sala della Conciliazione del Palazzo comunale.
In attesa di riprendere in mano la macchina da presa per il nuovo film La corrispondenza (una commedia sentimentale a tinte gialle tra un professore e la sua allieva, protagonisti l’attore britannico Jeremy Irons, l’attrice-modella californiana Blake Lively e le musiche di Ennio Morricone, che girerà in primavera tra il Trentino, l’Alto Adige e l’Inghilterra), Salvatores ha già in mente un’altra storia, dedicata al mitico Ulisse e alla saga del suo ritorno a Itaca. “Un desiderio che mi ha rivelato lo stesso Tornatore – ha rivelato il critico Gian Piero Brunetta, che ha ricevuto il Premio Domenico Meccoli Scriveredicinema alla carriera -. Peppuccio è un icononauta, un viaggiatore di immagini, nella retina dei suoi occhi si è depositato tutto il film”.
Il premio Oscar Ennio Morricone ha raccontato il suo storico rapporto col regista. “La migliore offerta – ha ricordato – è stato per me un punto di rottura con le musiche del passato e un punto di inizio per nuove esperienze. Non ho scritto una partitura, ho preparato dei frammenti, chi li interpretava non sapeva ciò che facevano gli altri. Poi, Tornatore ha disposto questi frammenti musicali nel film come voleva e come io gli consigliavo”.
Il produttore Guido Lombardo, figlio del mitico Goffredo creatore della Titanus, che produsse il primo film del regista Il camorrista, ha ricordato: “Quando morì papà volevo fare un film sulla sua vita, ‘L’ultimo gattopardo’. Con Peppuccio siamo andati a Parigi, a casa di Alain Delon, per parlargli del progetto. Ad un certo punto il duro Delon piangeva, io con lui e anche Tornatore, seduto su un divano, piangeva”.
Chiarimenti sui “tagli” che Franco Cristaldi avrebbe fatto al film vincitore dell’Oscar, arrivano dal figlio del produttore, Massimo. “Fu fatto per andare al festival di Cannes, papà non impose nulla a Tornatore”. Conferma il regista, che puntualizza. “Il film durava tre ore, era andato malissimo nelle sale, ci voleva un taglio chirurgico, andai in moviola e zac, lo portai a due ore, lo fecero riuscire, non incassò lo stesso. Non era la lunghezza a non farlo funzionare, ma continuerà a vivere quella ‘leggenda’”.
“Nel suo cinema c’è la storia, l’ Italia, la memoria, l’ epica, il racconto, il sogno, il senso del tempo” sottolinea Valter Weltroni. “Cos’ha cambiato la ‘statuetta’ nella tua vita?” gli chiede Laura Delli Colli. “Il nome. E’ come se mi chiamassi Oscar Giuseppe – risponde ironicamente lui -, si aspettano da me sempre qualcosa di grande”.