Sai quando iniziano ma è assolutamente impossibile prevedere quando finiranno. Naturalmente stiamo parlando dei lavori in casa capaci di trasformare ogni abitazione in una vera e propria “fabbrica di San Pietro” ed ogni legittimo proprietario in un piccolo e fragile essere sconvolto da frequenti crisi di nervi. L’originale ed imprevedibile Brigitte Rouan ha filmato questa “epopea della ristrutturazione”, delineando una storia dalla quotidiana ironia che nasconde in sé spunti di conoscenza umana molto forte. Abbracciando la filosofia secondo la quale è più facile indurre alla riflessione attraverso una risata che utilizzando mille concetti dalle qualità soporifere, la Rouan costruisce attorno all’ignara ed assolutamente sportiva Carole Bouquet una squadra di caratteristi comici e pasticcioni volta a dare consistenza al fenomeno dell’immigrazione. Ma al posto della solita propaganda umanitaria qui troviamo molto di più. Abbiamo volti, corpi, racconti, canti ed una lingua diversa. Tutti elementi che attribuiscono concretezza e tangibilità ad una realtà sconosciuta.
Pur rivestendolo di situazioni tra il comico ed il grottesco la regista ha il merito di dare corpo all’immigrato, di mostrarlo e riprenderlo nella sua fatica di definire un luogo ed una posizione a lui consona all’interno di una società straniera. «Ogni immigrato è sacro», insegna l’avvocato Chantal (Carole Bouquet) ai suoi giovani figli, e lo è ancora di più se da lui dipendono le sorti della tua stessa casa. Tra crolli improvvisi ed imprevisti di soffitti e pareti, un progetto che non smette mai di definirsi ed un architetto ispanico in preda a quotidiane visioni architettoniche, uscir vivi ed illesi da tale avventura è veramente una “mission impossible”. Sarà per questo che la Rouan pensa alla sua Chantal come ad una donna un po’ magica, capace di attire a sé i favori di una giuria attraverso leggiadri movimenti di danza e di mettere ordine in casa dopo una movimentata festa di inaugurazione con un solo gesto della mano. Certo, se dopo tutto questo alla vostra porta si annunciasse Hugh Grant come nuovo vicino sarebbe la conclusione perfetta di un duro periodo, ma si sa che la fortuna non può sorridere a tutte soprattutto fuori dai film. Dopo un lungo periodo di lavori meglio accontentarsi della propria casa o meglio della rassicurante sensazione di averne ancora una.
di Tiziana Morganti