“Nun ve scurdate ‘e me”. Sono tra le ultime parole pronunciate in pubblico da Massimo Troisi, scomparso prematuramente ormai da un quarto di secolo. Lo ricorda il nipote Stefano Veneruso presentando la grande mostra fotografica e multimediale Troisi poeta Massimo organizzata e promossa da Istituto Luce-Cinecittà con 30 Miles Film aperta al Teatro dei Dioscuri al Quirinale di Roma fino a 30 giugno con ingresso gratuito.
Sul palcoscenico del teatro-bomboniera alle spalle del Quirinale va in scena fino al 28 aprile anche uno spettacolo sulla vita artistica e privata di Troisi, scritto e diretto da Veneruso, accompagnato da cantanti e musicisti, che ricostruisce la sua carriera, la sua straordinaria poetica applicata al suo cinema, ai suoi racconti, che parlerà con la sua ironia della famiglia, della religione, del suo ultimo film, delle preoccupazioni delle nuove generazioni.
Il pensiero dell’attore è il filo conduttore della mostra che accompagnerà i visitatori attraverso le cinque sale con il soffitto “affrescato” da sue immagini, frasi, ritagli di stampa. Un emozionante, ricco percorso cronologico tra un’ottantina di fotografie private, immagini d’archivio, locandine, audiovisivi realizzati dall’Archivio Luce e prestati dalle Teche Rai, installazioni audio-video, carteggi personali inediti, struggenti poesie. Tra questi stupisce una breve, tenera lettera del regista premio Oscar allora ventunenne Paolo Sorrentino, timido studente di economia ma già malato di cinema, che si raccomanda a Troisi per avere una anche piccola partecipazione a un suo prossimo film. Il tutto dettagliatamente riportato nel prezioso catalogo curato da Nevio De Pascalis e Marco Dionisi.