Una commedia agrodolce per raccontare con leggerezza e senza troppi pietismi l’handicap mentale. L’ha scritta e la dirige Fabrizio Maria Cortese che ha iniziato le riprese al Centro don Guanella di Roma. Il film Ho amici in Paradiso, con Antonio Catania, Valentina Cervi, Fabrizio Ferracane, Emanuela Garuccio, prodotto da Golden Hour con Rai Cinema, arriverà nelle sale in autunno. Nel ruolo dei malati, i veri ospiti del centro don Guanella.
La storia ruota intorno a un disinibito commercialista che si arricchisce riciclando i soldi della mafia. Colto in flagrante, accetta di denunciare i boss per essere affidato ai servizi sociali. Per sfuggire alla vendetta si nasconderà tra i disabili psicofisici del Don Guanella, una grande famiglia che lo aiuterà a diventare finalmente un uomo. Ma non mancheranno i colpi di scena. Una commedia insolita, che parlerà della normalità nella disabilità. Per far riflettere sorridendo e per ridere riflettendo, per mostrare quanto sia bella e costruttiva la reciprocità, ha sottolineato don Pino Venerito direttore del Centro dove hanno avuto da poco inizio le riprese. “I disabili non sono scarti ma risorse per l’umanità, si può essere amici veri anche nell’handicap”.
“Un progetto coraggioso, realizzato da chi ha voglia di osare, in questo mondo di ‘replicanti’ nella Chiesa e nella politica” ha aggiunto con un po’ di polemica monsignor Nunzio Galantino, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana. “Qui le ‘periferie’ vengono messe al centro. Spero che la Chiesa e il Governo scommettano di più su queste realtà: è un guadagno, non una spesa” ha concluso, rivolto alla ministra della salute Beatrice Lorenzin, presente alla presentazione del film, che si è affrettata a sottolineare i tanti progetti finanziati al riguardo. E che, si spera, vadano in porto!
“Un film per rovesciare il dannoso cliché che si deve essere tutti perfetti per avere diritto a essere protagonisti – ha aggiunto l’assessore regionale alla cultura Lidia Ravera -. Bisogna lavorare sull’immaginario collettivo per lottare contro ogni forma di discriminazione, contro l’indifferenza che marginalizza”. Per l’amministratore delegato di Rai Cinema, Paolo Del Brocco “sarebbe importante che da questo film, oggi più che mai dovuto, nascesse una serie televisiva”.