Stefano Fresi dovrebbe consolare i nostalgici di Montalbano calandosi negli scomodi panni di Kostas, il nuovo commissario in servizio nell’affascinante e caotica Atene, diretto da Milena Cocozza, in onda per quattro puntate dal 12 settembre in prima serata su Rai 1 e in esclusiva su Rai Play.
Per la stazza, la ruvidezza, la rassegnata moglie casalinga che lo incalza inutilmente sulla dieta, l’ironia, il fiuto, i tempi lenti del racconto, ricorda più l’impareggiabile Gino Cervi-Maigret di antica data che il siculo, infallibile, moderno commissario creato da Andrea Camilleri. Scomodo, ruvido, ma mosso da un profondo senso di giustizia, Kostas Charitos è figlio della penna di Petros Markaris, sceneggiatore e scrittore di fama internazionale noto proprio per i romanzi dedicati a questo personaggio d’altri tempi, abitudinario, ostile alla tecnologia e con la curiosa passione per i vocabolari, dove cerca le risposte nascoste su un mondo che appare sempre più inafferrabile.
E’ a capo della Sezione Omicidi della Polizia della capitale greca, teatro di una serie di delitti che coinvolgono immigrati clandestini ed ex spie, imprenditori ambigui e cronisti troppo curiosi di cui si occupa con puntiglio, tenacia e umorismo. Non si perde mai d’animo nelle indagini che porta avanti con umiltà e fine intuito. Non lo fermano i ritardi burocratici né gli ordini imposti dall’alto, in particolare quelli del suo superiore Ghikas (Luigi Di Fiore), con cui discute senza alcun filtro diplomatico.
È sposato con Adriana (Francesca Inaudi), con la quale ha un rapporto fatto di schermaglie, tipico di una coppia di lunga data ma, nonostante le apparenze, molto affiatata. Il cibo, che Kostas ama smodatamente, è il loro principale motivo di scontro. Per Caterina (Blu Yoshimi), figlia unica che studia Giurisprudenza a Patrasso, prova un amore totale e incondizionato che lo rende inevitabilmente critico impietoso con tutti i fidanzati che gli presenta.
Nel suo passato familiare incombe la figura dispotica del padre, poliziotto all’epoca della dittatura dei colonnelli e spettatore passivo degli interrogatori e delle violenze inflitti agli oppositori del regime. Sullo sfondo, si stende la sterminata e bianca Atene, con addosso tutto il peso della sua storia, vittima di un’urbanizzazione senza controllo, soffocata dal traffico e dalla burocrazia ma splendente di bellezze, in qualche modo specchio di tante città italiane.
“Kostas Charitos è un uomo difficile che racconta i tempi in cui vive attraverso uno sguardo personalissimo, controverso, lucido e disincantato – spiega la regista -. I romanzi utilizzano il giallo per raccontare i tempi correnti, intrisi come sono di una spietata analisi sociopolitica e conditi con un’ironia pungente e sofisticata. Ho cercato di restituire la complessità di una città caotica come Atene, solare, oscura e grigia al tempo stesso, di mostrare i greci con la loro cultura, e soprattutto le loro dinamiche storiche, come qualcosa in cui anche noi italiani possiamo riconoscerci e con cui possiamo immedesimarci e divertirci”.
Per Fresi è il primo ruolo da protagonista in una fiction Rai. Un’occasione importante per dimostrare la sua bravura, e tener testa alla sfilza di commissari e affini sfornati dalla tv. “Sono meno burbero, più diplomatico – confida l’attore – e mi sono perdutamente innamorato dell‘Atene mostrata nella ficition. Il personaggio dei romanzi è stato ringiovanito, ammorbidito, ma le tematiche sociali, simili alle nostre, sono sempre il punto di partenza delle storie che raccontiamo. Mi è piaciuto il suo equilibrio precario, tra l a durezza ereditata dal padre e le sue fragilità”. Non sono mancati i sacrifici. “Ho dovuto perdere una trentina di chili con una dieta molto rigida e passare parecchio tempo in palestra – racconta -, lo dovevo al personaggio ma anche a me stesso, a cinquant’anni la salute va messa in primo piano”.